Giulio Sapelli, un nome grande. Grande. Professore di storia dellโeconomia alla Statale di Milano, cosmopolita, uomo colto. Colto. Appartiene al rango dei professori, quelli autentici che non nascondono lโinsipienza ontologica nel linguaggio iniziatico e nella specializzazione analitica propria. Il suo รจ un pensiero sintetico, frutto di inesauste letture e meditazioni con la potenza della realtร che non รจ nรฉ ideale nรฉ democratica. E qui si coglie la grandezza dellaย vita e la sua gemella tragedia. Giulio Sapelli conosce la geografia delle migrazioni e la sua conseguenza antropologica: la storia, quindi la sua narrazione che si chiama orazione, poesia, letteratura. Piaccia o meno i professori sono questi qui.
Nulla a che spartire con i manutengoli della politica di partito che, salvo rare eccezioni, ma per lโappunto tali sono, non sanno di lร dai loro clienti. Puรฒ parlare di Balfur, tanto per fare il punto sulla striscia di Gaza; come di ordoliberismo, tanto per fare il punto sulla tragica condizione lavorativa dellโEuropa meridionale: la nostra, puรฒ parlare del filosofo di Treviri e dimostrane, in alcuni impianti di fondo, la permanente attualitร . E in Europa, lโEuropa delle fondazioni, sanno benissimo di chi si tratta. Nulla a che spartire con i suoi ancorchรฉ titolati predecessori. Nรฉ con i divoratori di Rolex a buon mercato o con la quantitร di ridenti zoccole. Nulla che spartire con la miseria del politicume di ringhiera, sia a Roma che in un qualunque cittร o paese dove si confonde lโeffimero con il progetto che รจ, invece ed al contrario, la costruzione di un destino comune. Giulio Sapelli, uomo di fine umorismo e autoironia, sa parlare in profonditร sia di Michelangelo sia di Keynes e non necessita che gli si scrivano distorti discorsi. Appartiene a quel rango di uomini che illustrato lโideale dentro la concretezza della prospettiva come fu Enrico Mattei. Verrร osteggiato? Sicuro, tantissimo. Ma egli รจ lโautentico rappresentante della grandezza che lโItalia sa generare, di lร dalle beghe tribali. Non so chi lโabbia cercato. Chiunque sia stato, il signor Presidente della Repubblica in persona, lode a lui. Giulio Sapelli, Presidente del Consiglio, un grande italiano, torinese, chiamato da un siciliano. Anche qui la storia dโItalia, che non si inventa.
Emanuele Torreggiani