RICEVUIAMO E PUBBLICHIAMO Con la fine dell’estate, il rientro alla quotidianità vivace e il profumo dell’aria di settembre vorremmo riprendere le fila del discorso avviato con la proposta di un museo d’arte ad Abbiategrasso, il M.A.A. appunto.
I mesi delle “ferie” sono spesso ricchi di letture, spunti ed ispirazioni che possono poi essere declinati sotto molteplici forme. Ebbene da un piccolo paragrafo all’interno del libro “Memorie di un socialista riformista” di Gianni De Michelis è emerso un interessante spunto di riflessione.
Il paragrafo riguarda la famosa proposta dell’allora Ministro del Lavoro in merito ai cosiddetti “giacimenti culturali”. Stiamo parlando del 1985-1986 e con una proposta visionaria Gianni ha deciso di lanciare lo sguardo avanti guardando al futuro di quell’immenso patrimonio culturale che è alla base della ricchezza (umana, spirituale ed economica) del nostro Paese. Un futuro che parlava di innovazione, tecnologia, partenariato pubblico-privato, etc.
Una proposta che prende le mosse dal lessico petrolifero e che noi, come novelli esploratori, vorremmo fare nostro per gettare le più solide fondamenta al progetto. Un’idea che, al netto dei muri e dei tetti in cui troverà la sua materializzazione, ha bisogno di un’anima per esprimere al meglio il proprio potenziale.
La proposta parlava di un museo che parlava di “collezioni a rotazione” sul modello del Louvre di Abu Dhabi, stringendo collaborazioni e convenzioni con le grandi istituzioni museali (lombarde e non), permettendo ad esse di dar respiro alle opere spesso per troppo tempo lasciate all’ombra dei magazzini e degli archivi.
Dunque vogliamo lanciare questa sfida alla città: se cominciassimo a ragionare al M.A.A. come una “raffineria” della cultura? Il paragone sarebbe calzante, rimanendo sempre nello spazio lessicale utilizzato da De Michelis, poiché il museo estrarrebbe dall’ombra questi tesori, per raffinarli ed offrirli alla cittadinanza con un programma sempre vivo di eventi.
Stesso discorso varrebbe, seppur da una prospettiva leggermente differente, per il museo dell’imprenditoria abbiatense, il cui bacino sarà la storia della città, un luogo in cui Moschino potrà dialogare con Dell’Acqua, per esempio.
Per progettare, costruire e portare a compimento questa impresa noi abbiamo deciso di unirci e qui vogliamo anticipare la costituzione di un comitato nelle prossime settimane (il cui battesimo avverrà pubblicamente con una conferenza stampa).
E’ giusto, però, che tutti sappiano che quell’idea non rimarrà un fumoso progetto utopistico, ma c’è la volontà di dare seguito alla proposta, unendo le persone ognuno secondo le proprie capacità e disponibilità.
Parliamo di un comitato aperto, che ha solo a cuore la realizzazione di questo progetto.
Da una lettura estiva e da una lezione che suona tremendamente attuale dopo quasi 40 anni, vogliamo quindi rilanciare l’iniziativa ed invitare la cittadinanza a ragionare, dibattere e discutere sul futuro della nostra città, facendolo (perché no?) da una raffineria di cultura.
Glenda Castoldi
Francesca Riva
Lorenzo Provinciali
Luciano Provinciali
Fabio Baroni
Julio Araya Toro, Presidente dell’associazione storico-culturale “Ducato di Abbiate-Grasso”