Avere certezze sull’andamento della propria posizione contributiva è molto importante per pianificare con serenità il periodo post-lavorativo. Purtroppo, però, non sempre le informazioni a disposizione sono chiare e complete e può capitare di scoprire contributi mancanti oppure errori di registrazione.
Andiamo quindi a scoprire perché è sempre importante monitorare la propria posizione previdenziale e come fare per avere chiaro il quadro della situazione.
Perché bisogna controllare i propri contributi
Effettuare verifiche periodiche sulla posizione contributiva è l’unico modo per scovare eventuali discrepanze e, soprattutto, porvi rimedio prima possibile. In questo senso, è molto importante conoscere quanti contributi sono stati versati, il loro importo, la tipologia (obbligatoria, figurativa, volontaria), nonché la distribuzione nel corso degli anni.
Se si notano incongruenze o si pensa che la pensione potrebbe non riflettere interamente il proprio percorso lavorativo, occorre rivolgersi a dei professionisti: se ad esempio scopri il servizio di calcolo della pensione con MiaPensione, puoi ottenere facilmente un quadro chiaro della situazione previdenziale e programmare eventuali azioni correttive, come la richiesta di un’eventuale previdenza integrativa.
Controllare regolarmente la propria posizione, infatti, significa prevenire spiacevoli sorprese al momento di lasciare il lavoro. Errori nella trascrizione dei dati o nella somma dei contributi si traducono spesso in un assegno pensionistico più basso di quanto ci si aspetta.
Al contrario, essere informati con largo anticipo consente di organizzarsi al meglio, valutando per esempio l’opportunità di un riscatto di periodi di studio o l’adesione a forme complementari di risparmio.
Come verificare la posizione contributiva
La procedura più semplice per controllare i contributi versati è accedere al sito ufficiale dell’INPS ed entrare nell’area riservata MyINPS. All’interno, si trova un estratto conto aggiornato, con l’elenco dei periodi lavorativi e delle retribuzioni riconosciute. Se si riscontrano anomalie o ci si accorge che manca qualche mese di contribuzione, si può inviare una segnalazione all’Istituto, chiedendo di avviare una verifica approfondita.
Per un supporto ancora più personalizzato, ci si può rivolgere direttamente a un patronato, oppure a un consulente previdenziale: si tratta di figure professionali e competenti in materia in grado di analizzare la situazione e indicare gli eventuali passi necessari per sanare le lacune contributive.
Quando è necessaria la previdenza complementare
Se dopo aver analizzato i dati previdenziali si nota un divario importante tra l’assegno pensionistico futuro e le proprie necessità, si dovrebbe valutare la previdenza integrativa. La partecipazione a un fondo pensione complementare, infatti, consente di accumulare un capitale aggiuntivo, compensando i periodi in cui la contribuzione obbligatoria è stata discontinua o scarsa.
Inoltre, in alcuni casi, la previdenza complementare offre vantaggi fiscali e la possibilità di personalizzare la quota e la frequenza dei versamenti.
Sul versante degli errori, intervenire presto è sempre la soluzione migliore. Se mancano contributi per periodi di lavoro effettivo, se sono state riportate cifre inesatte o se si vuole controllare il corretto computo di maternità, congedi o disoccupazioni, è bene contattare l’INPS o affidarsi a un esperto per ridurre i tempi di risoluzione.
Insomma, avere dubbi sulla propria posizione contributiva è più che legittimo, ma la cosa importante è anche possedere la giusta consapevolezza per indagare e agire tempestivamente.