Droga proveniente dal Sud America e spacciata in alcuni locali di intrattenimento sul Lago di Garda. E’ quanto ha svelato l’indagine partita nel 2020 per cui ieri è scattata l’operazione ‘Icaro’ della Dda di Brescia. Dodici gli arresti eseguiti dalla Squadra Mobile della Questura e della Sisco, insieme al Servizio Centrale Operativo (Sco) e alla Polizia albanese, in Albania e nelle province di Brescia, Milano, Novara e Verona, nonché 8 misure in attesa di preventivo interrogatorio degli indagati.
Al centro dell’inchiesta un’associazione transnazionale finalizzata al traffico illecito di ingenti quantitativi di cocaina riguardante complessivamente 40 indagati italiani ed albanesi. Sono state inoltre effettuate perquisizioni nelle province di Brescia, Torino, Bolzano, Cremona, Pavia, Trento e Treviso. L’attività investigativa trae origine, nella seconda metà del 2020, da un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti registrata all’interno di alcuni locali di intrattenimento presenti sul Lago di Garda. Le indagini, avviate a seguito della individuazione del fornitore di cocaina venduta ai clienti durante le serate avrebbero ricostruito l’organigramma di un gruppo criminale italo-albanese che sarebbe dedito all’importazione dal Sud America di ingenti quantitativi di cocaina, fatti giungere sul suolo nazionale, a bordo di autoarticolati che si sarebbero riforniti nei paesi del centro Europa.
Al vertice della cellula bresciana vi sarebbero due fratelli albanesi, appartenenti ad una delle principali e più pericolose cosche della mafia albanese, il cosiddetto clan dei Cela di Elbasan, che avrebbero impartito le disposizioni a un gruppo di uomini fidati, dimoranti nella provincia di Brescia e altre province del Nord Italia, attuando una vasta attività di importazione e smercio di sostanze stupefacenti, prevalentemente di cocaina. La predetta organizzazione avrebbe curato le fasi del narcotraffico, dallo stoccaggio alla distribuzione della droga, alla raccolta dei proventi, inviati ai vertici dell’organizzazione in Albania, mediante un collaudato sistema che si sarebbe avvalso degli autisti dei pullman che effettuano la tratta passeggeri Brescia-Elbasan.