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+Doping nel calcio, Raducioiu: facevo delle flebo con liquido rosa…

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”Facevo flebo con un liquido rosa, lo ricordo perfettamente. Lo ammetto ho anche preso delle medicine. Chiamerò il medico che ci seguiva a Brescia per saperne di più e capire cosa ho preso negli anni in cui giocavo al Milan, al Verona e a Brescia. Non sapevo cosa ci fosse dentro le flebo”.
Lo dice l’ex attaccante di Bari, Verona, Brescia e Milan Florin Raducioiu in merito alla questione del presunto doping degli anni ’90, tornata alla ribalta dopo le parole di ieri di Dino Baggio. “Ci è sempre stato detto che erano vitamine, di glucosio per la precisione. A Milano prendevamo altre pillole. L’ho detto prima della morte di Vialli. Dobbiamo domandarci perché si verificano queste morti premature”, aggiunge il 52enne romeno a ‘Sport Report’.

 Adesso gli ex calciatori hanno paura. D’improvviso, dopo la morte di Gianluca Vialli, al solo ricordo delle pratiche utilizzate negli spogliatoi tra gli anni ’80 e ’90 a più di uno tremano i polsi, immaginando un possibile legame tra malattie e farmaci assunti durante la carriera. Il primo è stato Dino Baggio, subito dopo Massimo Brambati, ex di Torino e Bari tra le altre, che dopo aver parlato dell’argomento su 7 Gold è tornato sul tema:”Sì, prendevo Micoren, che all’epoca non era sostanza proibita ma poi diventò proibitissima, come fossero caramelle – ha detto l’ex difensore, oggi opinionista televisivo, all’Italpress -, c’era un uso smodato di questo farmaco ma non solo, anche flebo in cui non so bene cosa ci fosse dentro e un altro preparato chiamato Animina. All’epoca ho fatto diversi esami antidoping, tutti negativi, si trattava di farmaci leciti. Due anni dopo sono diventate tutte sostanze super dopanti e non ce le hanno date più. Oggi, quando c’è una morte inaspettata, ti vengono in mente certe cose che prendevi”.

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