“Sempre più nelle città lombarde, anche in Brianza, si vedono donne con il volto completamente coperto: non solo con burqa e niqab, ma anche con mascherine o altri stratagemmi per celare l’identità. È una pratica inaccettabile, che non ha nulla a che fare con la libertà religiosa e che lancia un messaggio sbagliato soprattutto ai più giovani.”
Lo dichiarano l’europarlamentare Silvia Sardone e Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega in Consiglio regionale, durante la conferenza stampa svoltasi nei giorni scorsi nella sede provinciale del partito a Monza, insieme al segretario provinciale della Lega Fabio Ghezzi, Emanuele Pozzoli responsabile provinciale degli Enti locali e al segretario cittadino di Lissone, Matteo Lando.
“Da Monza – spiegano Sardone e Corbetta – parte una battaglia di civiltà. Lissone è il primo Comune ad approvare una mozione che vieta l’accesso agli edifici comunali a chi si presenta a volto coperto, specificando anche il velo islamico integrale, seguendo la linea già tracciata nel 2015 da Regione Lombardia. Il comune emanerà una delibera e sarà il primo in Italia a farlo. Un segnale concreto per dire che sicurezza e rispetto vengono prima di tutto: in un Paese libero e civile il volto non si nasconde.”
“Quanto fatto a Lissone – aggiungono – sarà ora replicato in altri Comuni lombardi, partendo dalle aree più urbanizzate e vicine a Milano, dove il fenomeno è più diffuso. L’obiettivo è estendere questa iniziativa ad altri comuni lombardi e italiani, con l’auspicio che a livello nazionale il parlamento approvi la proposta della Lega che vieta per legge il burqa e il niqab.”
“Finché ci sarà la Lega – concludono Sardone e Corbetta – difenderemo la libertà delle donne, la sicurezza dei cittadini e l’identità delle nostre comunità. Dalla Brianza parte un messaggio netto e di buon senso: chi vive qui rispetta le nostre regole e la libertà delle donn





















