RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Bocciata la proposta ILIAD di impiantare un ripetitore telefonico di 31 metri nel centro di Cuggiono.
Malgrado le norme governative dello scorso luglio che hanno tolto competenze ai comuni, la mobilitazione dei cittadini, la dimostrazione degli impatti urbanistici, il parere vincolante della commissione paesaggistica ha portato a questo importante risultato.
Tutti noi abbiamo un cellulare, ma questo non significa che la localizzazione di questi impianti debba essere deciso dai soli interessi delle compagnie telefoniche”.
Nel 2011 l’Unione Europea attraverso la risoluzione 1815 dava indicazioni a
tutti gli stati membri di contenere l’inquinamento elettromagnetico sui 0,6 volt
metro oltre a raccomandare di andare verso gli 0,2 i. I livelli italiani si attestavano allora sui 6 volt metro. Come venivano misurati questi 6 volt metro? In luoghi dove si permaneva per almeno 4 ore attraverso un metodo di misurazione di 6 minuti. Perché 6 minuti? Perché se una persona riceve un’irradiazione elettromagnetica il suo corpo impiega circa 6 minuti per dissiparne questa energia.
Purtroppo nel 2012 gli italiani hanno subito un primo reale innalzamento dei valori (quello che l’esperto del settore Luca Rech chiama il primo “golpe elettromagnetico”): Il governo Monti su pressione delle lobbies delle telecomunicazioni porta il metodo di misurazione da 6 minuti a 24 ore (con la legge 27 del 24 marzo 2012 l’Italia, è l’unico paese al mondo ad aver adottato questo metodo).
Cosa implica questa misurazione?
Per capirlo portiamo una dimostrazione per assurdo parlando di inquinamento acustico. Voi abitate sopra un bar. Da mezzanotte alle 3 del mattino la musica è a palla. Denunciate la cosa e vengono chiamati i vigili per misurare col fonometro quanti decibel vengono emessi nelle 24 ore. Vengono alle 8 di mattina, e misurano, poi alle 10, alle 12, e così via, vengono ovviamente anche a mezzanotte e a quell’ora rilevano un notevole sforamento dei valori. Ma se venisse per assurdo fatta una media delle
rilevazioni delle 24 ore questo sforamento non ci sarebbe e quindi i parametri
di legge sarebbero rispettati, anche se da mezzanotte alle 3 voi non riuscite a
chiudere occhio per il rumore. Assurdo vero?
Torniamo ora all’inquinamento elettromagnetico: se lo misuro nei 6 minuti posso rilevare valori molto superiori ai 6 volt metro, ma se lo misuro tutto il
giorno, quando le antenne emettono in maniera molto più bassa in orari come
quelli serali e notturni quando il traffico dati è minore e faccio una media
risulto sempre nella norma. L’operazione 24 ore è stata quindi un
innalzamento notevole dei limiti mascherato da metodo di misurazione.
Questo è avvenuto nel 2012 e purtroppo la storia non finisce qui. Arriviamo al
secondo “golpe” quello del 30 dicembre 2023 (legge sulla concorrenza).
Sempre su pressione delle lobbies delle telecomunicazioni il governo
(stavolta in carica è il governo Meloni), porta i precedenti 6 volt metro (come
abbiamo visto in realtà molti di più perché misurati col metodo truffaldino delle
24 ore) a ben 15 volt metro che sempre misurati nelle 24 ore sono di fatto
decisamente superiori.
Ma non è finita. Bisogna togliere possibilità alle comunità locali di decidere
dove collocare gli impianti. Nella legge 95 emanata il 4 luglio 2024 è stata
inserita una disposizione (art.4 comma 7 bis) che annulla di fatto le
competenze dei comuni in materia, altro bel regalo alle compagnie
telefoniche.
E ora veniamo a quanto successo da noi.
Approfittando del periodo feriale l’operatore telefonico ILIAD segnala al
comune di Cuggiono l’intenzione di posizionare un ripetitore telefonico in
centro del paese.
Stiamo parlando di una colonna di 31 metri ovvero l’altezza di un edificio di
dieci piani, un vero pugno nell’occhio dal punto di vista urbanistico oltre che
un posizionamento particolarmente pericoloso dal punto di vista degli impatti
sulla salute.
Entro 7 giorni di calendario, occorreva che il comune comunicasse l’ indizione
della CDS-Conferenza Dei Servizi- (l’incontro dei vari “portatori di interesse”,
Città metropolitana, Regione, Parco del Ticino, Arpa, soprintendenza, ecc.
per poter prendere la decisione in merito).
Se non si indiceva tale conferenza l’operazione poteva procedere utilizzando
il “silenzio assenso”.
Questo fortunatamente non è successo, malgrado la richiesta da parte
dell’operatore fosse stata inviata al comune il venerdì pomeriggio, con uffici
chiusi, perdendo così 3 giorni dei 7 (venerdì, sabato e domenica), il Comune
è comunque riuscito a indire nei tempi previsti la Conferenza dei Servizi e a
convocare gli Enti Interessati.
Stupisce però come una installazione del genere, tanto più proposta in pieno
centro storico non abbia visto la totalità delle forze politiche assumere una
posizione univoca che mettesse gli interessi della nostra comunità al primo
posto. Spiace non solo che non ci sia stata unanimità nel sollecitare le
istituzioni superiori, ma che si sia arrivati all’assurdo di alcuni gruppi di
minoranza di ironizzare sulla mobilitazione dei cittadini che raccoglievano le
firme contro l’impianto, cose che purtroppo avvengono quando si privilegiano
malintesi interessi di partito rispetto a quelli della comunità a cui si appartiene
(vedi la registrazione del consiglio comunale del 26 settembre)
Nonostante tutto questo, grazie alla mobilitazione dei cittadini (816 firme
supportate da foto che dimostravano l’impatto visivo dell’impianto) e
soprattutto grazie al parere negativo della commissione paesaggistica, la
“conferenza dei servizi” si è conclusa rigettando la proposta della compagnia
telefonica. Che dire se non grande grazie a tutti quelli che si sono dati da fare
per ottenere questo risultato.
Ecoistituto della Valle del Ticino