Conciliazione possibile tra genitorialità e lavoro? Sì, ma bisogna cambiare prospettiva.

Da vent’anni si parla di conciliazione in Lombardia, molto si è fatto, ma i dati confermano una situazione critica. Ganzebi (Confcommercio): “L’ascolto al rientro della neo-mamma o del neo-papà sono momenti di prezioso ascolto e fattiva ripresa dell’attività lavorativa.”

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Dalla paura di dire ‘sono incinta’ alla paura di essere messa nelle condizioni di doversene andare. Per una neomamma il rientro al lavoro è ancora difficile, ma sono in aumento anche i papà che abandonano il lavoro entro il primo anno di vita del bambino. “La situazione delle famiglie rispetto a quindici anni fa è cambiata notevolmente perché è diminuito mostruosamente il tasso di maternità come, d’altra parte, è aumentato spaventosamente il tasso degli anziani che sta diventando quasi ingestibile a livello sociale”, ha dichiarato Carolina Pellegrini, già Consigliera di parità di Regione Lombardia nell’introdurre la serata a CAsa Giacobbe giovedi 7 novembre. “Quindi il problema della possibilità di stare nel mondo del lavoro per mamme e papà e di fare figli si affianca ai problemi dei Care Giver (anche se si tratta di uomini single o donne single) che si devono occupare dei propri anziani”.

“Come Amministrazione bisogna dare attenzione a temi rilevanti per la società come la conciliazione, ma non sempre presi sul serio da istituzioni e aziende”. Così l’assessore alle Politiche per la Famiglia del Comune di Magenta Mariarosa Cuciniello a ne saluto alla serata dedicata alla “Maternità, paternità & lavoro: una conciliazione possibile?” che si è svolta a Casa Giacobbe. “oggi emerge la necessità di cura della persona, bambino o anziano, e in questo ambito la questione conciliazione dei tempi e degli impegni è fondamentale. È quindi necessario dare maggior attenzione e flessibilità a chi e per chi ha questo bisogno. Ripercussioni positive si avrebbero sui lavoratori diretti, l’azienda ma anche sulla società”.

“Confcommercio Alto Magentino ha intrapreso da tempo quel fattivo percorso utile alla definizione di interventi e progetti capaci di proiettare valore nelle imprese e, in questi termini, per il loro diretto tramite, sul territorio. In questo contesto il congedo, riferito alla componente materna o paterna, deve essere letto, soprattutto nei contesti più moderni, quali una vera e propria iniziativa di welfare che deve essere idealmente gestita dalla stessa impresa e dalla sfera datoriale”, ha detto Simone Ganzebi Direttore Confcommercio Altomagentino.

Non ci si deve dimenticare dei malati cronici: “Anche loro hanno bisogno di conciliare lavoro e cura ed è per questo – ha detto la consigliera Pellegrini – che nelle aziende, ad esempio per i malati oncologici, sta nascendo la figura del disability manager”. La conversazione è proseguita con Sonia Malaspina e presentazione del suo libro “Il congedo originale” scritto con Marialaura Agosta
Ha sottolineato ancora Ganzebi che “E’ importante affrontare questi temi superando, anche, quello che è un concetto ormai superato quale quello dell’essere in grado di “generare il giusto equilibrio tra vita lavorativa e vita privata” perché il lavoro È parte della vita e la vita È composta anche dal lavoro”. E nel libro di Malaspina sono presenti alcune best practise. Perché si deve far fronte anche alla carenza delle reti sociali e dei servizi o al loro alto costo.

La serata, sostenuta da Mainini & Associati, CISL Milano Metropoli e Confcommercio Altomagentino, ha visto anche la possibilità per mamme e papà che partecipavano di un’assistenza per bambini e bambine negli spazi della Sala del Pozzo di casa Giacobbe a cura dalle educatrici di Via Libera ETS.

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