Chissà se ai giustizialisti di Abbiategrasso il caso Legnano-Fratus ha insegnato qualcosa..

Sul Foglio di oggi intervista all'ex sindaco, scagionato dopo una vicenda giudiziaria lunga 5 anni

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Chissà se manettari e giustizialisti in salsa abbiatense hanno tratto qualche benefica lezione di diritto dalla vicenda di Legnano. Dove l’ex sindaco leghista Gianbattista Fratus (ben noto anche ad Abbiategrasso), l’ex assessore Maurizio Cozzi (che fu arrestato messo in galera, mentre a Fratus toccarono i domiciliari) e l’ex assessore Chiara Lazzarini sono stati assolti da ogni accusa, in Appello, dopo una vicenda giudiziaria lunga 5 anni. Mascariati, bollati come ladri e criminali, indagati e condannati in primo grado: venerdì sono stati assolti su richiesta della pubblica accusa..

Oggi, sul Foglio, il giornalista Ermes Antonucci (tra i più coerenti garantisti) ha intervistato Fratus. Ne riportiamo ampi stralci. Chissà che qualcuno, ad Abbiategrasso, impari qualcosa…

“E’ stato un incubo per me, per la mia famiglia, per i miei cari, per chi mi conosceva”, racconta oggi Fratus. “Ho ricevuto solidarietà da parte di molte persone e da parte del movimento a cui appartengo. Mi dicevano ‘vedrai che finirà bene, una persona come te non può aver fatto queste cose, non ti preoccupare’. Grazie a Dio è finita bene, ma ci sono voluti quattro anni e mezzo”. A causa dell’inchiesta, Fratus trascorse sette mesi agli arresti domiciliari. Revocati i domiciliari, gli venne applicato per circa sei mesi il divieto di dimora nel comune di Legnano. Una doppia onta per l’allora primo cittadino. “Come l’ho vissuta? Come uno che viene accusato di essere un criminale – dice Fratus – Diversi politici e la stampa mi dipinsero come un politico corrotto, quando ho sempre fatto politica per passione. Mi sono sentito in colpa anche per le altre persone che vivevano con me e che erano state coinvolte nella vicenda”.

I tre amministratori vennero accusati principalmente per una serie di nomine effettuate dal comune di Legnano. La difesa degli imputati (per Fratus gli avvocati Maira Cacucci e Alessandro Bernasconi) ha evidenziato come le procedure contestate dalla pubblica accusa non fossero gare, ma manifestazioni di interesse, in cui c’è una valutazione fiduciaria, che rientra nell’ambito della legittimità discrezionalità della pubblica amministrazione. “A Legnano non sono più tornato – rivela ora Fratus – Vado da mia figlia che abita lì, ma nella zona periferica. Ma il centro di Legnano non l’ho più visto. Non ci sono più andato e non so neanche se ci andrò ancora”. Non va perché le fa male? “Sì. Da sindaco sono stato buttato fuori come un delinquente e l’idea di ritornarci… Non lo so. Forse un giorno mi sveglierò e ci andrò, ma in questo istante non me la sento proprio”. Avendo vissuto sulla propria pelle le storture della giustizia italiana, Fratus si sente però di lanciare un messaggio al governo, al ministro Nordio e alla maggioranza politica ora presente in Parlamento: “La magistratura va riformata e le intercettazioni vanno regolate. Quello che si sta facendo adesso credo sia giusto. Le intercettazioni telefoniche sono importanti, non lo metto in dubbio, però la loro interpretazione può cambiare in base ai toni, ai modi di parlare, a chi ci si riferisce, ai tempi con cui le parole vengono dette. Guardi, estrapolare solo alcune parole da un’intercetta – zione cambia tutto, cambia il mondo, e cambia anche il giudizio nei confronti di quella persona. La materia deve essere riformata, qualcosa si deve fare perché così non si può andare avanti. Si rovinano le vite”. “A parte me, questa vicenda ha toccato mia moglie, mia figlia, i miei amici. I magistrati devono essere sicuri di quello che fanno prima di condannare un uomo”, conclude.

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