Certificazione antifascista? A Rescaldina è polemica

Contrasti in Consiglio comunale

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RESCALDINA – Che l’iniziativa fosse destinata a scaldare gli animi nel mondo politico cittadino era nel novero delle facili previsioni, La decisione presa dalla giunta di Rescaldina retta dal sindaco Gilles Ielo di chiedere una certificazione di antifascismo a coloro che intendano aderire a bandi e organizzare eventi connessi con il comune ha suscitato vivaci contrasti anche in consiglio comunale. La capogruppo del centrodestra Maria Angela Franchi ha acceso la miccia lamentando, in un’interrogazione, il fatto che questa decisione sia “divisiva e in contrasto con una risoluzione europea”.

E ha aggiunto che, a suo avviso, la condanna debba riguardare “tutti i regimi totalitari, dunque anche il comunismo e non soltanto il fascismo, perchè la Costituzione fissa la contrarietà ai regimi totalitari di ogni colore politico”. Argomentazioni che, per Ielo, sono da rigettare nel metodo e nel merito. Nel metodo, ha infatti controbattuto, “la discussione innescata dal centrodestra è pretestuosa e strumentale”. Nel merito, invece, ha aggiunto che “non abbiamo fatto altro che chiedere, a chi voglia partecipare a bandi e promozioni di iniziative sul nostro territorio, il rispetto dei valori stabiliti dalla Costituzione Italiana che, alla dodicesima disposizione transitoria, vorrei ricordarlo,vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del partito nazionale fascista”.

Ma Ielo scava anche un po’ nella memoria dei lavori consiliari e rimarca che “la delibera 110 dell’11 aprile 2018 introdusse questo modulo e il centrodestra, all’epoca, non fece alcuna rimostranza”. Delle spiegazioni ricevute Franchi non si è detta persuasa e ha confermato che, a suo avviso, la dichiarazione di antifascismo richiesta resta “divisiva”.

Cristiano Comelli

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