Cerro Maggiore, piscina a EuroPa

Una contesa lunga anni

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Centrodestra con la paletta verde alzata, Bene Comune contrario. Il consiglio comunale straordinario indetto a Cerro Maggiore riguardo al problema della gestione della piscina ha sancito il voto favorevole della maggioranza per il passaggio del gestore da Nam a Euro.pa. Si chiude così una vicenda che muove i suoi primi passi il 31 marzo 2009. E’ in quell’epoca che, ricorda il testo della mozione approvata, “è stato stipulato il contratto per la convenzione per la progettazione, realizzazione e gestione del complesso di piscine comunali tra Nuoto Alto Milanese (NAM) e comune di Cerro Maggiore”.

L’8 gennaio 2014 il comune si costituì garante fideiussore di NAM “a favore dell’Istituto per il Credito Sportivo “per un prestito di un milione e mezzo di Euro “al fine di concludere i lavori – recita la mozione – e aprire la piscina”. Si arriva al 26 novembre di quell’anno e NAM stipula “con Monte dei Paschi di Sienea leasing and factoring spa un contratto di sale and lease back avente per oggetto il diritto di proprietà per un controvalore di 3.551.100,12 Euro”. Nel 2009 , però, il consiglio comunale cerrese aveva disposto una perizia che fissava il valore del diritto di superficie a 294.505,04 Euro. Dopo la predisposizione del progetto esecutivo il costo dell’opera fu quantificato in 3.439.822,80 Euro. Tra le parti cominciano ad affiorare i primi problemi. “Nuoto Alto Milanese- spiega la mozione- già a far data dal 2016 risultava inadempiente verso il comune di Cerro Maggiore per il mancato versamento dei canoni di concessione, approssimativamente tra 2016 e 2019 di un importo poco inferiore a 30.500 Euro) ben inferiori agli 81.797,08 annui, ovvero l’ammontare del canone che ha proposto di versare annualmente , in rate trimestrali, nella proposta inoltrata dalla stessa NAM”. Dal 2017, spiega la mozione, NAM non effettuò più “alcuni versamento integrale delle rate relative al mutuo ICS”.

Tutto ciò, prosegue il testo, ha portato il comune a “versare un totale di 1.711.739,24 Euro , un pagamento che “deriva dall’attivazione , da parte di ICS, della garanzia fideiussoria a seguito della risoluzione per inadempimento di NAM del mutuo ICS”. Ciò ha portato anche alla decadenza dei contratti di concessione della piscina comunale. Una decisione che NAM e Gruppo Arcobaleno hanno impugnato rivolgendosi al tribunale e quindi chiedendo non solo di stabilire l’inefficacia della revoca della concessione ma anche di condannare il comune a risarcirle 1.888.836,78 Euro. Si arriva al 2023 quando il Tribunale di Milano respinge la richiesta di Nuoto Alto Milanese sostenendo che “ha utilizzato il diritto di superficie con finalità diverse da quelle stabilite nel contratto di concessione” e intima alla società di restituire l’impianto natatorio al comune in conseguenza della decadenza della concessione. Storia finita? Proprio no, perché NAM e Gruppo Arcobaleno decidono di ricorrere in appello. Anche in questo caso, però, le due società ricevono una sentenza a loro avversa. Il comune invia una lettera a NAM in cui fissa la data di ripresa di possesso della struttura natatoria al 10 maggio scorso. NAM chiede sia spostata al 2024 maggio per poter completare “la rimozione di beni mobili di proprietà”. Per agevolare la società in quest’operazione, il comune decide di spostare il termine al 31 maggio. NAM ha inviato al comune una controproposta che quest’ultimo ha respinto a maggioranza considerandola “non vantaggiosa finanziariamente” in quanto “non dispone una maxi rata iniziale a cui far seguire versamenti eguali nel tempo, in modo di ridurre immediatamente e significativamente i debiti verso il comune di Cerro Maggiore”. Da qui, poi, al termine di una vicenda durata parecchi anni, la decisione del comune di procedere ad affidare la struttura a Euro .pa.

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