Autorizzazione per una discarica? No. L’amministrazione comunale di Cerro Maggiore, per quanto concerne la situazione del polo ex Baraggia dove un tempo sorgeva appunto la discarica che ha dato vita a molte controversie anche di carattere giudiziario, vuole mettere le cose in chiaro e parla invece di recupero ambientale.
“La nostra amministrazione – spiega la giunta di via San Carlo in una nota – è sempre stata in prima linea nel combattere battaglie giudiziarie lunghe e importanti, che fortunatamente per il nostro paese abbiamo vinto. Purtroppo, in questi mesi non c’era nessuno a sostenerci, ma non abbiamo desistito, il rischio era la possibile riapertura di una discarica di rifiuti speciali non putrescibili (eternit).
Già questi fatti inconfutabili basterebbero per far capire come la pensiamo, superato l’ostacolo più grosso e pernicioso con la vittoria nei tribunali, ci siamo seduti al tavolo con la proprietà in una posizione di maggior forza per affrontare con equilibrio la soluzione definitiva del problema”.
La precisazione nasce dalla voce che si è diffusa in alcuni strati della popolazione della riapertura di una discarica verso cui la stessa popolazione si mobilitò anni addietro.
Il comune ricorda la stesura di un Protocollo d’intesa poi approfondito nel nuovo mandato amministrativo che ha sancito la conferma di Giuseppina Berra alla carica di sindaco.
Tutto, ricorda il comune, svolto nella massima trasparenza. “La bozza della convenzione – prosegue la nota – l’abbiamo presentata pubblicamente in commissione nel mese di novembre prima che l’iter amministrativo partisse , pubblicando sul sito del comune sia la registrazione della riunione sia i testi discussi come mai era successo in precedenza”.
Il comune conta sulla positiva interlocuzione con il Comitato “No discarica” ricostituitosi di recente e verso il quale si è reso disponibile a “spiegare nuovamente il progetto di recupero ambientale, perché evidentemente qualcuno ci vuole divisi”.
Il progetto di recupero messo in pista dal comune risale, specifica ancora la nota, a una normativa del 2017 nata sotto il Governo di Paolo Gentiloni “proprio per sottolineare come questo tema deve essere ed è trasversale”.
In più, è l’ulteriore specificazione della nota, “i materiali che si vorrebbero riutilizzare per il progetto di recupero ambientale sono controllati all’origine , sia quantitativamente, con controlli chimici da parte di Arpa, e definiti dalla legge, proprio perché è recupero ambientale e non discarica”.
A chi chieda il perché di un tale progetto in questo momento, il comune risponde con altrettanta chiarezza: “semplicemente – spiega- perché abbiamo vinto tutti i processi e proprio in questi mesi si è discusso dell’ampliamento del Conad di Rescaldina ma non solo, ci sono ben tre aree dismesse nel nostro comune in fase di rigenerazione urbana”.
Vi è poi, ricorda l’amministrazione comunale, un’approvazione data dal comune di Rescaldina per l’ampliamento del centro commerciale di 25 mila metri quadrati con cui “l’operatore avrebbe la possibilità di avere il materiale a portata di mano, senza lunghi trasporti, cosa compatibile con la legge voluta dal Governo Gentiloni nel 2017”.
Il comune conclude intonando un refrain chiaro: la vicenda deve essere gestita nell’interesse di tutti e senza divisioni politiche. “Siamo disposti a rispondere alle perplessità per fugare ogni dubbio – spiega – chiediamo solo di affrontare la questione con onestà intellettuale e quel pragmatismo che dovrebbe essere il fondamento di una corretta e sana gestione amministrativa”.
Cristiano Comelli