Cecilia Sala e Gianni Alemanno, ‘prigionieri legittimi’ (dei rispettivi nemici). ll pensiero, scomodo e tagliente, di Maurizio Murelli

"non cercate riparo nella “giustizia”, nell’etica e nella morale..."

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Maurizio Murelli è un coraggioso militante del pensiero non conforme. Editore eterodosso, ha pubblicato l’ultimo gioiello del nostro Miglior Fabbro, Emanuele Torreggiani (Il grano cresce la notte), inoltre si sta dedicando all’opera di Darya Dugina, la figlia di Aleksandr Dughin uccisa nell’agosto 2022. Ieri, su Facebok, ha pubblicato un suo pensiero sulla carcerazione- in apparenza priva di relazione alcuna- di Gianni Alemanno e Cecilia Sala. Una riflessione dalla natura del tutto irrintracciabile sui nostri media. Ma anche, e forse soprattutto, una riflessione con la quale confrontarsi, fare i conti.
Eccovela.
F.P.

“Nella guerra ibrida globale non esiste distinzione tra chi opera (milita) nell’apparato militare e chi nell’apparato civile. L’individuo che agisce in divisa è parificato a chi veste l’abito civile ed è considerato solo in quanto amico o nemico e in quanto tale soggetto ad essere colpito ove necessario. Il teatro di guerra non è più un campo di battaglia circoscritto, è ovunque; sul terreno ove opera la fanteria, l’artiglieria, il carro armato così come in ogni singola abitazione civile residenza di chi è mobilitato sotto una specifica insegna/bandiera contro il fronte avverso. In questo contesto – quello della guerra ibrida globale – Cecilia Sala e Gianni Alemanno sono “prigionieri legittimi” di uno dei due fronti e per i quali non valgono le categorie di “giusto” e “ingiusto”, “legalità” o “illegalità, “bene” o “male”: valgono le “leggi di guerra”.

Nella guerra ibrida chi si è mobilitato su un fronte o sull’altro è semplicemente un potenziale cadavere (se militare) un soggetto in libertà provvisoria (se civile), per quanto non è escluso che anche un militare sia fatto prigioniero e un civile fatto cadavere (vi risparmio l’elenco di “militanti” assassinati).

Cecilia Sala è andata in Iran in modalità ostile, nella veste di militante attivo per conto del “fronte occidentale” (sul cosa intendo per “fronte occidentale” facciamo a capirci…), con l’intento, attraverso i suoi reportage, di fare del male al nemico. Il nemico l’ha fatta prigioniera.

Gianni Alemanno ha declinato la sua ostilità all’ “apparato ideologico occidentale” (anche qui facciamo a capirci…) conducendo appropriate azioni conflittuali: il suo nemico lo ha fatto prigioniero.

Non c’è nulla da recriminare chiamando in causa “norme morali”, “legalità”, “giusto” e “ingiusto”. È la durra “legge di guerra”; non c’è da frignare e lamentarsi ma solo da prenderne atto.

Tutti quelli che sono schierati è bene che sappiano di essere tutti in libertà provvisoria e nel peggiore dei casi, morti che camminano. E comunque, nella guerra ibrida globale che vede contrapposto il “fronte multipolare” a quello “unipolare” con le annesse visioni del mondo, concezioni dell’uomo, scale valori e via elencando, anche le neutre masse consumiste, ovvero le cataste di individui che se ne fregano di tutto e badano solo al divertimento e ai propri interessi personali, non sono dotate di salvacondotto. Chiunque è in libertà provvisoria, chiunque nell’attuale scenario è un potenziale morto che cammina perché nella guerra ibrida globale non esistono più limiti, confini o spazi neutri.

Dunque, abbiate l’accortezza di aver pronta una valigetta per andare in carcere e magari fate un appropriato testamento: siete (siamo) tutti in lista d’attesa. Sopra tutto non frignate, non cercate riparo nella “giustizia”, nell’etica e nella morale.
Buon 2025”.

Maurizio Murelli

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