Canegrate: 170 mila euro per risanare il bosco devastato dalla grandine nel 2023

La vegetazione fu praticamente decimata, il 95 per cento delle piante finì a terra

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La grandine che, il 24 luglio 2023, colpì fortemente Canegrate causando danni in più punti della città non risparmiò neppure lui. Il bosco di via Terni , adesso, sarà oggetto di un ampio intervento di risistemazione per un importo di 170 mila Euro. “La grandine – spiega il comune in una nota- ha completamente devastato il bosco ceduo di via Terni, un’area verde adiacente il centro sportivo comunale Sandro Pertini , meta di appassionati sportivi, la vegetazione fu praticamente decimata, il 95 per cento delle piante finì a terra sia per cause dirette quali il vento forte che ne causò il ribaltamento, che da cause indirette , infatti ribaltandosi e schiantandosi al suolo, le piante finirono per danneggiare anche le alberature vicine”. Amga, che si occupa della gestione di quell’area verde, adottò un pronto intervento rimuovendo le piante che si erano ribaltate e interdicendo al pubblico l’accesso all’area.

Dopo la fase del primo sgombero delle piante cadute, però, ora si fa strada quella della riqualificazione che passerà prima di tutto nei prossimi mesi da “un taglio selettivo del sottobosco per selezionare i giovani alberi che spuntano sia dalle radici lasciate sottoterra, sia dai ceppi vitali così come dalla semina naturale del bosco preesistente”. Nei mesi di maggio, luglio e ottobre 2025, invece, saranno effettuati tagli che “andranno – spiega ancora il comune- a riguardare quele aree destinate a prato” che porteranno alla rimozione della vegetazione indesiderata fatta di rovi ed erbacce varie. Il periodo intercorrente tra novembre 2025 e marzo 2026 sarà invece caratterizzato dalla messa a dimora di piante autoctone come tigli, frassini, celtis e lecci. “Si utilizzeranno – spiega il comune- piante già formate non solo per accelerare il più possibile la ripresa del bosco, ma perché la loro chioma contribuirà sia a ridurre la crescita di arbusti infestanti, sia a favorire l’insediamento e la salvaguardia della fauna selvatica nonché a ridurre l’erosione superficiale del terreno”. Tutto per portare l’area a essere nuovamente fruibile dai cittadini.

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