Calcio. Pietro Pierrettori ricorda la Magentina campione

In questi giorni in cui festeggiamo lo storico passaggio in D del Magenta, il Presidente della Pro Loco ripropone uno scritto del Professor Giuseppe Tiadina, latinista e grande appassionato di calcio, che fu tra i protagonisti di quell'impresa eroica con la Magentina in B

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LA “MAGENTINA” CAMPIONE
Oltre alla conoscenza delle nostre famiglie, il prof Giuseppe Tiadina lo ebbi come professore di italiano e latino alle scuole medie “4 Giugno” di via Rosmini, adiacenti alle scuole di Avviamento professionale.
Il nostro sarebbe stato l’ultimo triennio della vecchia Scuola Media (poi sarebbe arrivata la Scuola media unificata…purtroppo).
Il latino fu il nostro pane quotidiano per tre anni (e che pane), ma il prof. Tiadina non mancava di allentare la tensione con qualche aneddoto calcistico.
Lui, il maggior “latinista” magentino era appassionato di calcio, di fede bianconera, Consigliere dell’A.C. Magenta nel 1946, anno della vittoria nel Campionato di Serie C e corrispondente della Gazzetta dello Sport.
Molti anni dopo, incontrandoci e parlandogli del nostro mensile Magenta Nostra, mi volle regalare un ricordo, in prima persona della “Magentina campione” e del suo approdo alla Serie B nazionale.
In questi giorni in cui la “Magentina” del Presidente Cerri è approdata alla Serie D, sostenuta e accompagnata dall’entusiasmo della Città, ripropongo quel suo prezioso ricordo.

Pietro Pierrettori

Da “Magenta Nostra” anno VII n.6 Luglio/Agosto 1998 – mensile della PRO LOCO MAGENTA
– La Magentina campione

“Nella speranza che queste mie note possano essere gradite ai magentini, riprendo a rievocare le felici giornate del 1946 quando la Magentina si accinse a sostenere il campionato di serie C in un folto stuolo di avversarie, per lo più titolate e forti.
Ne citerò alcune, il Parabiago, la Rhodense, l’Omega, la Sommese di Somma Lombardo, il Luino, il Saronno, la Sparta di Novara, l’unica squadra che praticasse già il sistema, contro la quale le altre squadre, tutte metodiste, si trovarono in difficoltà.
Il Consiglio direttivo della società era composto dai signori Antonio Galeazzi; Viceresidenti Livio Castiglioni e Antonio Ceriani, Consiglieri Giulio Dameno, Bruno Girola, Dino Cordani, Domenico Grassi, Dino Bagnaschi ed altri, fra i quali il sottoscritto.
Delegati agli acquisti furono i due vicepresidenti che, esperti nel campo calcistico e molto abili nello scovare i nuovi giocatori, si dedicarono con passione alla ricerca dei possibili componenti della squadra.
Quale allenatore-giocatore fu ingaggiato il sig. Bonizzoni, detto Cina, proveniente dal Milan e cugino del terzino Bonizzoni, componente del famoso trio Compiani, Perversi e Bonizzoni pure del Milan.
Fu ingaggiato il portiere Luoni, proveniente dall’Inveruno, il miglior portiere del campionato di 1a divisione; fu scovato un centromediano istriano, Bassi, colonna della squadra, e quindi il novarese Uglietti, da affiancare quale terzino a Martino Petitti, il mediano Medri, l’ala sinistra Ceci (così chiamato anche se il cognome non era quello), il centravanti abbiatense Busconi, la mezzala Solbiati del Legnano.
Il magentino Ravizza, detto Russin, abile tanto all’attacco quanto in difesa, reduce da un lunghissimo servizio militare e l’ala destra Colombo, già in forza al Magenta, completavano la rosa dei titolari.
Altri atleti comunque facevano parte della squadra.
Il campionato ebbe inizio fra la nostra trepidazione, poiché si profilava duro e impegnativo.
Il Parabiago e il Luino mostrarono subito le loro aspirazioni di vittoria nel girone e così pure la Rhodense e la Sommese, che facevano tutte assegnamento su giocatori di provata capacità.
Basti comunque dire che il Luino era allenato dal famoso Frossi, campione alle Olimpiadi del 1936, e presentava come centravanti Evaristo Barrera, proveniente dalla Lazio, ex nazionale argentino.
Il campionato fu assai incerto per tutta la sua durata, ma alla fine il Magenta riuscì a spuntarla, nonostante la resistenza opposta dal Parabiago.
Si apriva così per la nostra squadra la via verso la serie B: bisognava però affrontare gli unici vittoriosi negli altri due gironi, l’Asti e la Sanremese.
Si svolsero così nuovi incontri ad un livello ancora più elevato, incontri con partite di andata e ritorno con inizio ai primi di giugno 1947.
Alla fine di tali incontri le tre squadre erano ancora alla pari e si presentò quindi la necessità di singole gare di spareggio su campo neutro.
Il Magenta sul terreno di Vercelli, alla metà di agosto in un’epica gara contro l’Asti, con una rete segnata in zona Cesarini da Medri, riuscì a spuntarla conquistando la ben meritata entrata in serie B.
Fu cambiato totalmente il consiglio direttivo.
Del campionato 1947/48 in B conservo un ricordo pure vivo, ma preferisco non soffermarmi troppo a rievocarlo.
In quell’anno, infatti, dai tre gironi di serie B già esistenti, se ne doveva ottenere uno solo con le prime classificate dei singoli gironi.
Nonostante il rafforzamento con acquisti anche di giocatori prestigiosi, quali l’ex nazionale magiaro Polgar, il portiere Longoni dell’Inter, l’ala Agosti del Fanfulla (in sostituzione di Colombo, ceduto all’Inter), i terzini Mereghetti e Agosti, le mezze ali Redaelli e Garavaglia (detto Meazzino) e di altri ancora, il Magenta dovette soccombere di fronte alla superiorità di squadroni quali il Novara, il Como, il Viareggio, il Cagliari, il Seregno, e ritornò in serie C.
Va detto che la nostra squadra si comportò sempre onorevolmente ma dovette pagare lo scotto all’inesperienza.
Potrei ricordare tanti altri campionati ai quali parteciparono i “canarini” del Magenta, ma preferisco non rievocare un passato più vicino a noi, in cui l’interesse per la squadra è andata via via scemando, dati i risultati alterni e comunque meno prestigiosi per i nostri colori.”

Prof. Giuseppe Tiadina

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