Busto Garolfo: Comune e società si separano, addio al teleriscaldamento

Siglata una transazione che prevede il versamento di 100mila euro

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I rapporti tra le parti erano tesi da tempo. Ora le strade tra comune ed ex società concessionaria sulla gestione del teleriscaldamento si separano definitivamente. Le due parti sono infatti addivenute a una transazione che, con il versamento della somma di 100 mila Euro, inferiore rispetto alle richieste avanzate dalla società, può ora concentrarsi su quattro punti. “La transazione – spiega una nota dello stesso comune – ha consentito di mantenere interamente gli introiti economici iniziali derivanti dalla gara, pari a circa 700 mila Euro, acquisire la proprietà delle opere e degli interventi realizzati in questi anni dal concessionario, evitare di sostenere i maggiori oneri per spese tecniche e legali discendenti da un contenzioso che sarebbe passato da almeno due gradi di giudizio e per un tempo sicuramente lungo, svincolare importanti risorse destinate alla copertura di un’eventuale soccombenza che possono invece essere utilizzate per altri interventi dal comune e progettare e realizzare nuovi impianti a servizio degli edifici comunali più efficienti sia economicamente che ecologicamente. Possiamo dunque essere ragionevolmente molto soddisfatti e rassicurare tutti che la chiusura del contenzioso non ha portato a uno sconquasso nei conti comunali”.

Ma da dove nasce esattamente la questione? Dal 2013, la società, ricorda ancora il comune, “versava a vario titolo al comune circa 700 mila Euro a seguito dell’aggiudicazione della concessione , versamento da cui sarebbe dovuto rientrare nei trent’anni di durata della concessione”. Nei primi dieci anni di concessione, la società, sottolinea il comune, effettua alcuni degli interventi previsti dal contratto. “Alcuni – qui nasce il problema per il comune- ma non tutti, ed è questo uno dei motivi di contestazione posti a fondamento del denunciato inadempimento”. Il comune contesta quindi il sorgere di alcune inadempienze rispetto a quanto era stato stabilito dal contratto e ne chiede quindi la risoluzione. La concessionaria provvede alla riconsegna di impianti e opere realizzate al comune e, al contempo, intenta azione legale per ottenere un “ristoro di 1 milione e 063 mila Euro” come “risarcimento danno per l’anticipata chiusura del contratto”. Il comune non ci sta e rilancia, chiedendo a sua volta il risarcimento di un milione di Euro per quattro ragioni indicate minuziosamente dalla nota ovvero “omesso versamento dei corrispettivi fissi e variabili previsti dalla convenzione, asseriti maggiori costi sostenuti dal comune per la fornitura del calore conseguente all’applicazione di prezzi che si è contestato non essere avvenuta in applicazione della formula contrattuale, costi sostenuti dal comune per l’efficientamento degli alloggi di edilizia residenziale pubblica conseguenti all’omessa esecuzione di tali lavori da parte del concessionario, costi sostenuti dal comune per l’efficientamento del palazzo municipale”. Il resto è storia d’oggi con l’avvenuta transazione tra le parti.

“Questo – conclude il comune- testimonia quanto la nostra amministrazione sia stata attenta nel fare rispettare le condizioni contrattuali e quindi a tutelare gli interessi pubblici mettendo in atto tutte le possibili azioni utili a fare rispettare i termini contrattuali e arrivando , al termine, all’azione definitiva di risoluzione del contratto”.

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