Boom di truffe romantiche, ma le vittime si vergognano a denunciare

Crescono le estorsioni sessuali, c'è chi ha speso 400mila euro per evitare la diffusione di foto intime.

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E’ boom di truffe romantiche, ma sono in pochi a denunciarle: nel 2023 ci sono stati solo 425 casi documentati. Le vittime, soprattutto gli uomini, hanno vergogna: chiedono aiuto solo quando rischiano di finire sul lastrico, come nel caso delle estorsioni sessuali (1475 nel solo 2023) dove qualcuno ha sborsato fino a 400mila euro per evitare la diffusione di foto intime. Le principesse e i principi azzurri (finti) sono in realtà banditi, spesso al servizio di organizzazioni criminali (la mafia nigeriana è la più attiva) che fanno profilazione di massa sul web: conquistano la fiducia delle potenziali vittime a colpi di like, le corteggiano e poi scompaiono per poi apparire di nuovo con il bombardamento d’amore: fino all’addio finale.

Così Virginia Ciaravolo, psicoterapeuta e criminologa, denuncia all’Adnkronos che dopo la pandemia gli episodi hanno registrato un incremento del 119%. La tecnica, spiega l’esperta, è collaudata: “Il truffatore – dice Ciaravolo – si infiltra nelle chat e sui social, studiando con meticolosità la vittima prescelta. Questo è il primo passo di un’operazione di lunga durata, dove ogni dettaglio viene scrutato e analizzato”. Il ”like tattico” o il cuoricino sono gli strumenti con cui si verifica la reazione della preda, un modo per misurare l’interesse e l’apertura emotiva. “Una volta ottenuto un segnale di risposta – continua l’esperta – si passa al ‘love bombing’. In questa fase, l’ingannatore inizia a sommergere la vittima di attenzioni, in un bombardamento d’amore tanto intenso quanto illusorio”.

Ogni scusa è buona per mantenere il contatto e rafforzare il legame apparente. Ma l’inganno non finisce qui. “Dopo aver instaurato una connessione emotiva – evidenzia la psicoterapeuta – ecco che si entra nella fase del ”ghosting”. In questo stadio, il truffatore comincia a sottrarsi lentamente, rispondendo sporadicamente, bloccando e scomparendo temporaneamente. La tecnica è quella di tenere la vittima in sospeso, confusa e ansiosa, per poi riemergere con un nuovo assalto di attenzioni”. Infine, giunge la fase della denigrazione e della scomparsa totale. “Il truffatore, dopo aver ottenuto il massimo vantaggio, abbandona la vittima con una serie di scuse insensate e una totale indifferenza. In questo modo, l’operazione di inganno si completa, lasciando dietro di sé un cumulo di disillusione e, talvolta, di devastazione emotiva, sottolinea Ciaravolo. Le truffe, sottolinea la criminologa, si dividono in due categorie. La prima è spudoratamente economica: i truffatori, mascherati da innamorati, si infilano nelle chat, studiano con cura la preda, la blandiscono con un corteggiamento serrato, e alla fine la svuotano del portafoglio, lasciandola con il cuore e il conto in banca in frantumi.

“La mafia nigeriana è tra le più attive in questo campo, gestendo vere e proprie truffe organizzate”, dice. La seconda, più pericolosa, non mira solo ai soldi, ma a conquistare l’anima della vittima: “E’ la banalità del male di chi dice: ‘Mi annoio, non so che cosa fare e come trascorrere la giornata’. Anche il più avveduto, dice l’esperta, può finire preda di questi avvoltoi, che sanno sfruttare le debolezze del cuore umano con una precisione chirurgica: “Posso citare i casi di Pamela Prati, di Alfonso Signorini e tanti altri: non certo sprovveduti, nessuno è al sicuro”.

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