SEDRIANO/ABBIATEGRASSO –Ā Non ĆØ affatto arginato il fenomeno delle baby gang. Anzi, sembra che le bande di ragazzini pronte ad usare la violenza per raggiungere i loro obiettivi sia sempre piĆ¹ presente. I tre ragazzi arrestati lāaltra notte a Sedriano per rapina e lesioni ai danni di un ragazzino minorenne al quale hanno sottratto il telefonino, ha suscitato riprovazione generale. Il 17enne ĆØ stato dimesso dallāospedale Fornaroli di Magenta con 30 giorni di prognosi e lesioni alle mani e al volto. Gli aggressori, di origine ecuadoregna, non hanno esitato ad estrarre un coltello per colpire il rivale e ora si trovano nel carcere milanese di San Vittore. Si conoscevano. Vivevano nel quartiere delle case popolari di Sedriano e tra di loro, secondo quanto hanno accertato i carabinieri, si erano verificati momenti di tensione nel passato.
Soltanto la notte precedente ad Abbiategrasso sono stati ancora una volta dei ragazzini ad aggredire un giovane. Soltanto lievi ferite per la vittima, per fortuna, trasferita in ospedale in codice verde. Abbiategrasso ĆØ la cittĆ nella quale i carabinieri arrestarono numerosi minorenni nel mese di marzo dello scorso anno. Vennero accusati di rapine, lesioni, minacce ed estorsioni. Un branco organizzato che imitava le bande dei Latin King sudamericani. Spesso le rapine avevano come unico obiettivo quello di terrorizzare la vittima e si risolvevano con un bottino irrisorio di poche decine di euro. Ma lo scopo era quello: incutere terrore e dimostrare di essere i piĆ¹ forti. La domanda che sorge spontanea riguarda il sistema giudiziario che prende in carico i ragazzi nel momento in cui vengono arrestati. Eā un sistema in grado di rieducarli e far capire loro che la strada che stavano seguendo era sbagliata?
Lāavvocato Roberto Grittini ha seguito e segue tuttāora quattro ragazzi che vennero coinvolti nella maxi retata di arresti dello scorso anno ad Abbiategrasso. Uno di quei ragazzi venne completamente scagionato, in quanto si accertĆ² che non cāentrava nulla con la banda. Per gli altri che hanno avuto una condanna, purtroppo, non ĆØ possibile dire che la lezione sia servita. Passano dallāistituto Cesare Beccaria alla comunitĆ dalla quale sistematicamente evadono. Per fare rientro al Beccaria, uscire per finire ancora in comunitĆ ed evadere nuovamente. “Non ĆØ un sistema che garantisce la rieducazione di questi ragazzi ā ha commentato il legale ā se continuano a svolgere la loro vita di sempre, nonostante tutto, dobbiamo farci delle domande. Passare dal carcere alla comunitĆ ed assistere, sistematicamente, a delle evasioni, fa riflettere sul fatto che qualcosa debba cambiare per forza”. Anche chi ĆØ stato messo alla prova non sembra abbia superato brillantemente il periodo. I ragazzi, abituati ad usare la forza, continuano ad usare la forza per imporsi. Insomma, tutto fa pensare ad un sistema che deve per forza essere ripensato e rivisto.