Ancora violenze al carcere ‘Beccaria’

La denuncia del SAPPE

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È successo davvero di tutto, nelle ultime ore, nel carcere minorile di Milano intitolato a Cesare Beccaria. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del segretario della Lombardia Alfonso Greco.

“Ieri i detenuti hanno protestato energicamente contro il trasferimento di un ristretto ed alla fine a rimetterci è sempre il personale di Polizia Penitenziaria, che nonostante tutto continua a lavorare al Beccaria con spirito di sacrificio e abnegazione. Un Agente è stato infatti ferito al volto dopo che gli è stata lanciata contro una mattonella, presa all’interno della cella, un altro alla mano dopo un morso. La situazione è veramente pesante e lavorare così è sempre più difficile e pericoloso”.

Per il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, “quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri per adulti e minori – tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni – è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti. Sono anni che il SAPPE denuncia la necessità di espellere i detenuti stranieri dall’Italia, detenuti che sono oggi quasi 20.000 a fronte delle oltre 62mila presenze, e che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto: anche l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i servizi antintrusione e anti-scavalcamento sono priorità assolute”.

“Si riparta da questi gravi fatti caduti al Beccaria di Milano per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato”, conclude il leader del SAPPE. “Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui. E non è certo l’affettività in carcere a favore dei detenuti la priorità di intervento per il sistema carceri!”.

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