Abbiategrasso: uno straordinario Matteo Pisu nei panni di Domingo Grollino. Un successo la prima edizione premio intitolato alla memoria del sognatore di Mar del Plata

Domingo ha sofferto tanto, ma ha avuto sempre, come testimoniato in modo commovente da Alberto De Priori (dal cui libro è tratta la piece teatrale) qualcosa di più, una energia di vita che gli permetteva di affrontare tutto e di comunicarla a chi gli stava vicino.

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Si può essere sognatori seppure bloccati contra naturam e contro desiderio su una sedia a rotelle o su un letto? Si può sognare se persino per pulirsi il culo devi essere assistito? Se nessun movimento di mani, braccia e corpo ti è concesso? Se l’aspirazione a una vita piena si traduce nella sola possibilità di sbattere gli occhi?

La risposta è sì. Non è un esercizio di stile ma la lezione che post mortem continua a darci, giorno dopo giorno, Domingo Grollino. Il ragazzo nato nell’evocativa terra di Argentina, a Mar del Plata (sarà mica un caso se il tango è nato in Argentina..), dove sulle spiagge giocava a calcio, baciava e flirtava con le ragazze, arrivato ad Albairate da adolescente, da allora vittima di un lungo calvario dovuto a una malattia spietata (una vera, autentica figlia di puttana) che l’ha portato a morire nel marzo 2020, in piena emergenza Covid.

La storia incredibile di Domingo (che sfida credenti e laici: ha senso una vita così, da paralizzati? Certo che sì: ce lo ha dimostrato lui) è, diventata una piece teatrale grazie al Teatro dei Navigi, a Luca Cairati e al regista Lorenzo Cordara. Ma la genesi di questa meraviglia, ancorché colma di dolore, va rintracciata in una esibizione avvenuta alla presenza di Domingo un sabato pomeriggio del settembre 2018, al castello Visconteo, quando ‘cuore impietoso e dettante volontà esplicita’ Sara Valandro coinvolse Luca Cairati nella lettura dell’Urlo, parole e opere dello stesso Domingo.

E soprattutto questa storia è diventata narrazione teatrale grazie a uno straordinario Matteo Pisu, l’interprete della vicenda umana di Domingo che venerdì sera ha portato sul palco del Corso la storia di Domingo, ma soprattutto il suo messaggio di vita. L’ha fatto, questo giovane talento figlio d’arte (il padre è il celeberrimo Max Pisu), portando sul palco non solo Domingo, ma soprattutto le sue ambizioni, il desiderio tutto platonico di felicità, i primi cedimenti, la malattia, Albairate, l’Anffas dove per anni ha misteriosamente impartito le lezioni derivanti da quel principio religioso che s’umanizza anche per il più forsennato degli atei che si chiama Grazia. Umana, divina: fate voi.

Matteo Pisu ha portato, sofferto, contorto viso e muscoli, mosso braccia e gambe rimandando lo spettatore alla consapevolezza di cosa abbia significato, per Domingo, diventarne un giorno prigioniero.

Domingo ha sofferto tanto, ma ha avuto sempre, come testimoniato in modo commovente da Alberto De Priori (dal cui libro è tratta la piece teatrale) qualcosa di più, una energia di vita che gli permetteva di affrontare tutto e di comunicarla a chi gli stava vicino. Le ore e il tempo a sentire raccontare di Domingo hanno un valore significativo, perché testimoniano che vi è una positività di vita che fa vivere qualsiasi condizione, la storia di Domingo è una storia di speranza per tutti. Come scrisse Gianni Mereghetti e come sottoscriviamo alla virgola. E adesso avanti: tutte le scuole dell’Est Ticino dovrebbero assistere allo spettacolo su Domingo Grollino, grazie al come sempre eccellente lavoro del Teatro Navigli. E allora cominciamo, quanto prima.

IL PREMIO IN MEMORIA DI DOMINGO
Venerdì sera è stato assegnato dal Teatro Navigli, Luca Cairati e dalla giuria- con la presenza di Riccardo Magni- il premio dedicato a Domingo Grollino, che proprio grazie alla scrittura è sempre riuscito a comunicare al mondo le sue emozioni e i suoi pensieri. Domingo colpito da una rara sindrome degenerativa che ne ha paralizzato il corpo ad eccezione degli occhi e del pollice sinistro, osservava il mondo e le persone, comunicando tramite sms i suoi pensieri. Per la sua forza e il potere prezioso che per lui ha avuto la scrittura, Teatro dei Navigli ha voluto legare il suo nome ad un premio di scrittura con l’intento di creare un luogo di incontro fra i giovani autori e gli addetti del settore, con l’intento di favorire la diffusione di nuove opere creative.

Uno degli aspetti problematici del teatro in Italia è la carenza di progetti specifici a sostegno della drammaturgia contemporanea, a differenza di altri paesi europei ove sono presenti circuiti e politiche culturali volte a sostenere le nuove drammaturgie e i giovani autori. Il problema è ancora più sentito nel teatro ragazzi; non per mancanza di validi corsi di scrittura creativa o di giovani talenti, bensì alle poche opportunità che essi hanno di proporre ai palcoscenici italiani le loro opere. Teatro dei Navigli ha dunque deciso di istituire un premio dedicato alle nuove drammaturgie per il teatro dell’infanzia e la gioventù, il Premio Domingo Grollino, per abbattere questa barriera.

Il primo classificato ha ricevuto un premio di 1.000,00 € ed il testo vincitore sarà allestito nella nuova produzione di Teatro dei Navigli nel 2024. Oltre al primo premio per il vincitore, il concorso prevedeva un secondo premio di 500,00 € che sarà attribuito al testo più innovativo, e per il quale è stata fatta una lettura parziale venerdì sera. Sul palco, con Luca Cairati, anche il presidente di Amaga Piero Bonasegale, Marina Mignone di Fondazione Ticino Olona (entrambi sostenitori del progetto). Una gran bella serata di teatro, cultura, ma soprattutto di vita.
Grazie, Domingo.

-Le foto sono di Mario Mainino, pagina Facebook Teatro dei Navigli-

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