Robecco sul Naviglio, la natività che fu di San Rocco risplende a Casterno

Domenica la benedizione con i canti natalizi che hanno riscaldato i cuori.

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È stata inaugurata domenica, nella frazione di Casterno a Robecco sul Naviglio, la natività che per anni Jessica Oldani ha preparato con passione per la chiesa di San Rocco, dove veniva tradizionalmente allestita sul sagrato. Un presepe che oggi trova nuova vita e nuovo significato grazie all’accoglienza calorosa della comunità casternese. “Finalmente si trova adesso in una comunità che ha a cuore le tradizioni – ha commentato emozionata Jessica Oldani –. È stato davvero emozionante partecipare a questo evento”. Parole che raccontano non solo la soddisfazione per l’inaugurazione, ma anche il legame profondo che unisce questo presepe a chi lo ha curato negli anni con dedizione e amore.

Jessica ha voluto ringraziare pubblicamente la comunità di Casterno per aver accolto la natività con entusiasmo e rispetto: “Qui ho ritrovato una grinta e uno spirito che pensavo di avere perso. Dobbiamo prendere come esempio le piccole comunità”, ha sottolineato, rimarcando il valore umano e culturale delle realtà locali. L’inaugurazione è stata resa ancora più speciale dalla presenza di un coro di bambini e ragazzi, che con i loro canti ha saputo creare un’atmosfera gioiosa e coinvolgente. Particolarmente toccante, secondo Jessica, è stato il momento della benedizione: “La benedizione della nostra natività è stata davvero emozionante. È una natività molto bella, tutta automatizzata, con fari a led che la rendono ancora più suggestiva nelle ore serali”.

Il presepe è visibile nel giardino sulla piazzetta di Casterno, facilmente raggiungibile arrivando da Robecco verso la frazione, e rappresenta oggi un punto di riferimento per residenti e visitatori, soprattutto nelle ore serali quando le luci ne esaltano ogni dettaglio. “È bello vedere che il frutto di tanto lavoro è ben voluto in un’altra comunità – conclude Jessica Oldani –. L’idea di donarlo a una parrocchia mi ha fatto bene e sono convinta di aver fatto la scelta giusta”. Una testimonianza sincera che racconta come tradizione, fede e spirito di comunità possano continuare a vivere e a rinnovarsi, anche cambiando luogo, ma non significato.

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