RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Non ho mai capito la politica. Quella italiana, poi, è un rebus pieno di misteri: alcuni studiati, altri dimenticati. È come bere un bicchiere d’acqua o di grappa: sempre acqua che passa sotto i ponti.
Quando una parte politica va all’opposizione, troppo spesso diventa oppressione culturale e sociale. E non solo entro i confini: viviamo una rabbia globalizzata. I problemi, invece di essere risolti, diventano ossessioni. Prima che la gente capisca che non siamo scienze infuse, già si è stanchi.
Un anno di Trump: io non posso votare contro, ma vedo un anno sotto la lente del microscopio della democrazia. Una battaglia che stanca, senza garanzia di rinfrancarsi col ritorno al governo. I problemi nazionali e internazionali sono vecchi, vetusti, ma urgenti: futuro, democrazia e i nostri figli non possono aspettare.
Con Biden non ricordo un’attenzione così pressante. Il “vecchio Presidente” aveva dato segni di cedimento, ma non fu cambiato in corsa. Oggi, invece, il social è muro contro muro: indignazione a comando, trasmissioni a senso unico.
La cosa più bella resta vedere le formichine che lavorano per il bene comune. Ma un ometto senza faccia né presenza mi ha mostrato il quadro del disastro della politica americana. Amici confermano e si lamentano: “Scappiamo!”.
Il potere non logora chi non ce l’ha: inacidisce, crea sospetto e crisi. Gli infedeli e gli ignoranti resteranno tali; le persone di buon senso rischiano vergogna, paura, astensione.
Fortunato chi non vive di politica: perché la politica ti porta in un tunnel chiuso, senza ritorno. L’opinione pubblica, invece, prolunga i periodi secondo convenienza, rendendoli piatti e infiniti.
Il mio è un discorso da ignorante, ma vedo che i problemi vengono dimenticati. Forse non si vogliono risolvere, per stanchezza. Che due ‘palle’ questa battaglia continua, che non fa vivere nessuno. Beati quelli che se ne tengono fuori.


















