L’esperienza dell’allunaggio a la Citè de l’Éspace. A cura di Luciana Benotto

Tolosa un tempo capitale della Linguadoca, soprannominata “Città rosa” per la calda tinta dei suoi edifici, è oggi capitale dell’industria aeronautica e spaziale europea

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Tolosa un tempo capitale della Linguadoca, soprannominata “Città rosa” per la calda tinta dei suoi edifici, è oggi capitale dell’industria aeronautica e spaziale europea; essa fa parte della “Aerospace Valley” un cluster di oltre 500 aziende aerospaziali, con sede pure a Bordeaux, tra cui le più note sono Dassault Aviation, Air France e Airbus; quest’ultima collocata proprio a Tolosa.

Questo particolare insediamento industriale stimolò il Municipio cittadino alla creazione della Cité de l’Éspace, un parco a tema scientifico e pedagogico inaugurato nel 1997, grazie al sostegno e alla partecipazione di vari Ministeri: quello della Ricerca e della Tecnologia, dei Trasporti, della Difesa, dell’Ecologia, dell’Educazione Nazionale, ma altresì grazie al Centro Nazionale di Studi Spaziali e di Metéo France.

Nella Cité, che sorge su un’area di 3,5 ettari e su una superficie di 2.000 mq., sono state sviluppate tematiche a carattere astronomico e legate alla conquista dello spazio.

Nell’area all’aperto si trovano attrazioni e velivoli di grande interesse: ecco sulla pista di lancio il missile Ariane 5 coi suoi 53 mt. di altezza, che fa alzare gli occhi al cielo ed immaginarne la partenza; non molto più in là si trova la copia della navicella spaziale Mir, in cui si può entrare e camminare negli ambienti in cui vissero e lavorarono i cosmonauti. Essa è composta da diversi moduli che furono lanciati nello spazio separatamente e poi assemblati in orbita nell’arco di dieci anni. Diversi furono gli astronauti ospitati, e non solo sovietici e russi; ma fu il russo Valerij Vladimirovič Poliako a battere il record di permanenza nello spazio: ben 437 giorni, e questo suo lungo soggiorno serviva a testare le reazioni del corpo umano per una possibile missione su Marte, un volo per cui occorrerebbero molti mesi.

E a tal proposito, nell’edificio chiamato Les Expositions viene spiegato che nello spazio, l’assenza di gravità provoca la perdita di densità ossea e muscolare, ecco perché una volta lassù gli astronauti debbono fare ginnastica e al rientro esercizi di riabilitazione; inoltre, l’esposizione a elevati livelli di radiazione cosmica può portare disfunzioni organiche, tra le quali, ad esempio, quella erettile, un calo della vista per il troppo liquido nel cervello, la perdita delle unghie causata dalle cosiddette “passeggiate extraveicolari”, perciò sono stati ideati guanti a più strati, ognuno con una funzione protettrice.

Vivere dentro una navicella non è così agevole, lo dimostrano dei filmati in cui gli astronauti pur ridendo nei momenti di pausa, mostrano cibi e bevande che volano, la difficoltà di lavarsi i capelli perché l’acqua libera assume la forma di bolle galleggianti, mostrano che per dormire dentro un piccolo abitacolo debbono legarsi dentro una sorta di sacco a pelo fissato alla parete, d’altronde lassù non esistono un sopra e un sotto. Ma torniamo all’aperto, dove si possono ammirare moduli lunari sparsi per il parco, e partecipare a spettacoli e dimostrazioni di vita extraterrestre, per esempio quello che mostra come i Rovers si muovono su Marte alla ricerca di minerali.

Chi ha bambini dai quattro anni in su, può visitare l’edificio chiamato la “Città dei piccoli”, dove i più giovani possono scoprire il mondo della pirotecnica e dell’astronautica. Ma, tra le varie attrazioni, assolutamente da non perdere è una visita al Lunexplorer, che consente di vivere l’esperienza di un astronauta in missione verso la Luna (i bambini sono accettati solo da 1 m. e 30). Posso affermare che la simulazione che ci fa partire dalla Terra per giungere alla Luna è “schiacciante” per via dell’accelerazione necessaria a fare arrivare il razzo in orbita, e fa perdere l’orientamento, ma ne vale la pena per l’emozione unica e irripetibile che si prova dentro un ambiente che ricalca quello di una navicella in cui si vede il nostro volo dal distacco dalla Terra sino all’allunaggio dentro un cratere, e tutto ciò, mentre dalla Sala di Controllo tantissimi addetti ai lavori seguono il nostro volo; insomma, ci si trova dentro un film in cui noi siamo i protagonisti.

Nell’edificio detto Planetarium filmati ci portano alla scoperta del Sistema solare, alla formazione delle stelle, mentre sempre dentro Les Expositions, documentari mostrano, ad esempio, il nostro destino se continueremo a inquinare il nostro azzurro pianeta e, francamente, non ci aspetta niente di buono: roba da far tremare i polsi. La Terra è la nostra casa, l’unica possibile nonostante i sogni di andare a vivere chissà dove nell’universo; ci ha creato lei e lei ci cancellerà, insieme a tante altre specie viventi che, a differenza nostra, non hanno alcuna colpa del disastro creato dall’animale uomo. Corriamo quindi ai ripari, anche se forse, siamo già in ritardo.

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A cura di Luciana Benotto

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