Uccisa su ciclabile, chiesta altra condanna per assessore Milano

Veronica D'Incà morì a 38 anni

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La Procura di Milano ha formulato ieri un’altra richiesta di condanna per omicidio stradale per Marco Granelli, assessore alla Cura del territorio del Comune di
Milano e finito imputato, con rito abbreviato davanti al gup
Alberto Carboni, in due processi con al centro incidenti
stradali distinti nei quali sono morte due donne, investite
mentre erano in bicicletta. Le accuse per l’assessore fanno
riferimento, in particolare, a presunte irregolarità nella
realizzazione delle piste ciclabili.

A seguito delle indagini della pm Barbara Benzi, sono
stati chiesti un anno e 4 mesi per l’assessore per il caso della
morte di Veronica D’Incà, 38 anni, che era in bicicletta su una
ciclabile in viale Brianza, zona piazzale Loreto, e fu investita
da un camion il primo febbraio 2023.

Lo scorso 25 settembre, il pm Mauro Clerici, sempre del pool
dell’aggiunta Tiziana Siciliano, ha chiesto la condanna ad un
anno per Granelli per la vicenda della morte, il 20 aprile 2023,
di Cristina Scozia, 39enne che si trovava in bici su una
ciclabile tra via Sforza e corso di Porta Vittoria, in pieno
centro e vicino al Palazzo di Giustizia, quando è stata travolta
e Uccisa da una betoniera. La richiesta di pena di un anno per
quel caso ha riguardato anche due dirigenti comunali che
rispondono, come Granelli, delle presunte irregolarità nei
tracciati della pista. Una condanna a 2 anni e 4 mesi è stata
chiesta, invece, per l’autotrasportatore che dovrebbe, però,
scegliere di patteggiare.
Anche nell’abbreviato di stamani ci sono altri imputati, un
dirigente comunale e ovviamente l’autista del tir. Le sentenze
nei due processi saranno emesse dal gup nel pomeriggio.

Dalla consulenza e dagli
accertamenti disposti dai pm, nel caso della morte di Cristina
Scozia, è stato evidenziato che, tra le altre cose, non c’erano
cordoli di protezione per separare la carreggiata per le auto
dalla ciclabile. Pista peraltro, per l’accusa, dipinta a terra e
con segnalazioni poco chiare sulle svolte, all’altezza di un
semaforo. Le indagini hanno ricostruito che la vittima sarebbe
stata investita per il cosiddetto “angolo cieco” e il guidatore
del betoniera non avrebbe visto la bicicletta durante la
manovra di svolta a destra al semaforo.

Simile la dinamica e le contestazioni anche nel secondo
processo iniziato oggi. Le difese di Granelli, rappresentato dal
legale Franco Rossi Galante, e dei dirigenti comunali, chiedendo
al gup le assoluzioni, hanno fatto leva, invece, su proprie
consulenze e memorie nelle quali si evidenza che il
comportamento dei rappresentanti dell’amministrazione fu
regolare.

L’assessore e i dipendenti comunali sono finiti imputati in
qualità di responsabili della pianificazione e della
programmazione della viabilità della città. I pm li accusano, a
vario titolo, nel caso dell’aprile di due anni fa di aver
firmato l’ordinanza del settembre 2020 “di istituzione della
corsia ciclabile in via Francesco Sforza, autorizzata in via
sperimentale per un anno dal ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti in data 21 aprile 2020” e “aver disposto” nei
pressi della Biblioteca Sormani “segnaletica non conforme alle
prescrizioni del codice della strada (…) in quanto
contraddittoria” e “atta a cagionare confusione negli utenti
della strada” e “a incrementare il pericolo”.

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