A Cortina d’Ampezzo e a Roma, i carabinieri della Compagnia di Cortina d’Ampezzo, supportati da quelli dei Nuclei Investigativi di Belluno e della Capitale, sotto il coordinamento della Procura di Venezia, hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari emessa dal Gip, su richiesta di quella Dda, a carico di tre persone gravemente indiziate, a vario titolo e in concorso tra loro, di ”estorsione” aggravata dal ”metodo mafioso” ai sensi dell’art. 416 bis.
Contestualmente, sono stati eseguiti dei decreti di perquisizione nei confronti di altre 4 persone, indagate per concorso negli stessi reati.
L’operazione, convenzionalmente denominata ‘Reset’, è il risultato di un’indagine avviata nel giugno 2024 dall’autorità giudiziaria antimafia, che, a propria volta, rappresenta lo sviluppo di un’attività in materia di stupefacenti coordinata dall’autorità giudiziaria ordinaria di Belluno risalente alla fine del 2022.
In particolare, l’indagine ha consentito di accertare lo spessore criminale di due fratelli provenienti dalla Capitale, con precedenti di polizia, militanti nella frangia degli ‘Irriducibili’ degli ultras della S.S. Lazio ed aventi rapporti con esponenti della criminalità romana, tra cui il capo ultras Fabrizio Piscitelli, meglio noto come ‘Diabolik’, ucciso in un agguato nell’agosto del 2019.
Tali relazioni e cointeressenze, nonché l’appartenenza a tale frangia, vantate ed ostentate dai 2 indagati, venivano utilizzate come monito e simbolo della propria caratura criminale, ancor di più dopo l’omicidio di Piscitelli.
Si tratta di 2 soggetti da tempo frequentatori di Cortina d’Ampezzo (soprattutto durante le vacanze natalizie), i quali, più recentemente, hanno adottato una strategia delittuosa progressiva, presentandosi quali ‘boss’ della ‘malavita romana’ e allargando i propri interessi illeciti. Un metodo, questo, che è stato confermato anche dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ha confermato l’attualità dei loro interessi su Cortina D’Ampezzo.