È morto all’età di 91 anni Aimo Moroni, uno dei più importanti maestri della ristorazione italiana. Con la sua scomparsa, Milano perde una figura schiva ma centrale nel mondo della cucina d’autore: un artigiano del gusto capace di coniugare tradizione, eleganza e autenticità, molto prima che parole come “chilometro zero” o “cucina identitaria” diventassero di moda.
Fondatore con la moglie Nadia Giuntoli dello storico ristorante Il Luogo di Aimo e Nadia, aperto nel 1962 nella periferia sud-ovest milanese, Moroni ha ridefinito i confini dell’alta cucina italiana partendo dagli ingredienti più semplici. Con piatti simbolo come lo spaghetto con cipollotto e peperoncino o la zuppa etrusca, ha dimostrato che la grandezza gastronomica non risiede nella complessità, ma nella capacità di trasformare la materia prima in emozione pura. Nato a Pescia (Pistoia) nel 1934, Aimo Moroni arriva a Milano da ragazzo nel dopoguerra. Inizia a lavorare a 13 anni come garzone nei ristoranti della città.
La svolta arriva con Nadia, sua compagna di vita e di cucina: insieme aprono una trattoria toscana che diventerà uno dei più prestigiosi ristoranti d’Italia, premiato con la stella Michelin. Nel 2005, Aimo e Nadia riceveranno anche l’Ambrogino d’Oro, il massimo riconoscimento civico del Comune di Milano.
“Oggi ci ha lasciato Aimo , con Nadia sua compagna di sempre hanno dato valore alla cucina italiana dedicandosi con grande passione giornaliera ad allietare tutti i gourmand che sedevano nel loro magnifico ristorante milanese. Che la terra ti sia lieve Aimo”. Questo il messaggio postato da Ezio Santin, che vantava un legame di lungo corso con Aimo.