Il teatro come strumento di accoglienza alla scuola secondaria dell’IC Fontana

Dalla scuola Primaria alla Secondaria, come facilitare questa transizione? Da parecchi anni, la scuola Francesco Baracca di Magenta ha scoperto nel teatro “uno strumento efficace e innovativo”, per un inizio coinvolgente.

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

“Il teatro è capace di trasformare l’inizio di un nuovo grado di scuola da un momento di potenziale isolamento in una vera e propria esperienza di gruppo, perché è un linguaggio universale che non richiede parole complesse. Attraverso giochi di ruolo e improvvisazioni, i ragazzi sono invitati a mettersi in gioco in senso “letterale””, afferma la prof.ssa Concetta Giaimo, coordinatrice del progetto e docente di lettere. Così è terminato il periodo dell’accoglienza alle scuole secondarie di primo grado di Magenta e Robecco.

174 gli alunni delle nove classi coinvolti per un’ora per classe in un laboratorio guidato da un esperto esterno, Simone Migliavacca, nell’Auditorium per la scuola Baracca e nell’Atrio per la scuola Don Milani. L’ attività teatrale, “in un ambiente non giudicante, ha permesso ai ragazzi di sviluppare la propria autostima e di superare la timidezza”. Inoltre, la necessità di collaborare per costruire una scena comune, “ha stimolato l’ascolto reciproco e l’empatia. I ragazzi hanno imparato a mettersi nei panni degli altri e a lavorare insieme per un obiettivo condiviso, creando una base solida per il nuovo gruppo classe.”

“Spesso vediamo studenti che non si sarebbero mai avvicinati l’uno all’ altro e stringere amicizia”. Investire in progetti come questo non è solo un modo per accogliere i ragazzi, ma un vero e proprio investimento sul benessere psicologico e relazionale dell’intera comunità scolastica. In un’epoca in cui la comunicazione virtuale prevale spesso, l’esperienza del teatro riporta i ragazzi alla fisicità, al contatto e all’ integrazione diretta. E così, tra risate, improvvisazioni e piccoli trionfi sul “palco”, i nuovi studenti non solo hanno iniziato ad ambientarsi, ma anche a costruire la loro storia, un atto dopo l’altro.

“L’ obiettivo non è di creare attori, ma usare il teatro come strumento di crescita personale e di integrazione sociale. Una palestra di vita dove si impara a stare insieme, a comunicare e a superare le sfide”, conclude la professoressa.

■ Prima Pagina

Ultim'ora

Altre Storie

Pubblicità

Ultim'ora nazionali

Altre Storie

Pubblicità

contenuti dei partner