“Il teatro è capace di trasformare l’inizio di un nuovo grado di scuola da un momento di potenziale isolamento in una vera e propria esperienza di gruppo, perché è un linguaggio universale che non richiede parole complesse. Attraverso giochi di ruolo e improvvisazioni, i ragazzi sono invitati a mettersi in gioco in senso “letterale””, afferma la prof.ssa Concetta Giaimo, coordinatrice del progetto e docente di lettere. Così è terminato il periodo dell’accoglienza alle scuole secondarie di primo grado di Magenta e Robecco.
174 gli alunni delle nove classi coinvolti per un’ora per classe in un laboratorio guidato da un esperto esterno, Simone Migliavacca, nell’Auditorium per la scuola Baracca e nell’Atrio per la scuola Don Milani. L’ attività teatrale, “in un ambiente non giudicante, ha permesso ai ragazzi di sviluppare la propria autostima e di superare la timidezza”. Inoltre, la necessità di collaborare per costruire una scena comune, “ha stimolato l’ascolto reciproco e l’empatia. I ragazzi hanno imparato a mettersi nei panni degli altri e a lavorare insieme per un obiettivo condiviso, creando una base solida per il nuovo gruppo classe.”
“Spesso vediamo studenti che non si sarebbero mai avvicinati l’uno all’ altro e stringere amicizia”. Investire in progetti come questo non è solo un modo per accogliere i ragazzi, ma un vero e proprio investimento sul benessere psicologico e relazionale dell’intera comunità scolastica. In un’epoca in cui la comunicazione virtuale prevale spesso, l’esperienza del teatro riporta i ragazzi alla fisicità, al contatto e all’ integrazione diretta. E così, tra risate, improvvisazioni e piccoli trionfi sul “palco”, i nuovi studenti non solo hanno iniziato ad ambientarsi, ma anche a costruire la loro storia, un atto dopo l’altro.
“L’ obiettivo non è di creare attori, ma usare il teatro come strumento di crescita personale e di integrazione sociale. Una palestra di vita dove si impara a stare insieme, a comunicare e a superare le sfide”, conclude la professoressa.