Alessia Pifferi presenta “deficit cognitivi, ma non impattano sul funzionamento, non le creano grosse difficoltà nella vita quotidiana”.
È questo il quadro delineato dagli esperti incaricati dalla Corte d’Assise d’appello di Milano di eseguire un’altra perizia psichiatrica nel processo di secondo grado a carico della 40enne, la quale è risultata pienamente capace di intendere e volere.
Per lo psichiatra Giacomo Francesco Filippini, la neuropsicologa Nadia Bolognini e il neuropsichiatra infantile Stefano Benzoni i disturbi individuati nella donna, tra cui una “immaturità affettiva” e deficit dell’attenzione, “non hanno condizionato in modo pervasivo la sua capacità”.
In merito alla morte della piccola Diana si 18 mesi, lasciata a casa da sola per sei giorni mentre Pifferi si trovava dal compagno nella Bergamasca, “quello che vediamo oggi non è solo come lei cerca di ricostruire, ma soprattutto una rielaborazione. È un modo semplicistico per trovare a se stessa una giustificazione. Non c’è nulla che abbia un rilievo di tipo patologico”, hanno detto.