Operazione Cavaliere d’Italia: caso studio nelle risaie del Parco del Ticino

Dalla collaborazione tra il Parco del Ticino e il mondo agricolo nasce un progetto condiviso che potrà essere replicato in altre aree anche nei prossimi anni.

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Protagonisti di questo progetto sono i Cavalieri d’Italia, specie in Italia particolarmente protetta, quattro agricoltori di Cassolnovo che coltivano riso in sommersione, Cristina Ballone, Giovanni Locateli, Maurizio Spirolazzi e Pier Carlo Guallini, e due Guardiaparco.

Il Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus) è un uccello acquatico inconfondibile per il piumaggio bianco e nero, il becco e le zampe lunghe e sottili e i movimenti agili. Coraggioso difensore del proprio territorio, abita zone umide, ambienti paludosi e aree salmastre dove si nutre di insetti, crostacei e altri invertebrati. In primavera, a partire dal mese di aprile, nidifica in questi ambienti acquatici edificando nidi a terra che appaiono come piccoli cumuli di fango e residui vegetali. E’ una specie migratrice che sverna in Africa e che In Italia è particolarmente protetta.

Quest’anno i Guardiaparco del Parco del Ticino, Massimo Balocco e Francesca Bocca, hanno notato la presenza di un gran numero di nidi di Cavaliere d’Italia, addirittura circa 100, nelle risaie di Cassolnovo coltivate con la tecnica in sommersione. La scelta di questi uccelli di deporre le uova in risaie allagate rispetto a siti naturali è strettamente legata alla presenza di acqua nelle risaie in primavera; fra l’altro gli agricoltori di Cassolnovo, attuando la tecnica tradizionale della semina del riso in sommersione, svolgono un ruolo di estrema importanza per la ricarica delle falde acquifere e per il mantenimento di suoli umidi in vista della stagione estiva, esempio encomiabile di adattamento al cambiamento climatico. L’estensione delle risaie allagate e il richiamo di questi uccelli aveva quest’anno proporzioni ragguardevoli tanto che i tecnici del Parco, in collaborazione con l’esperto ornitologo Dott. Fabio Casale, hanno deciso di monitorare l’evoluzione delle nidificazioni. Intanto gli agricoltori dovevano necessariamente proseguire le loro pratiche agricole di coltivazione del riso in sommersione e questo avrebbe messo a rischio i nidi prima e i nuovi nati subito dopo.

Sono bastati una disponibilità di fondo e alcuni semplici incontri direttamente in risaia fra tecnici del Parco, Guardiaparco e gli agricoltori per trovare soluzioni pratiche e condivise. Gli agricoltori hanno messo in campo attenzioni particolari per non disturbare o danneggiare gli uccelli in cova e la crescita dei piccoli pulcini: movimenti dei trattori più lenti, traiettorie adeguate, brevi interruzioni delle operazioni di distribuzione dei prodotti fitosanitari, adeguamento di tempi e programmazione degli interventi e così via. Il Parco ha coordinato, monitorato la nidificazione e verificato i risultati. In questo modo le coltivazioni di riso non hanno subito gravi effetti negativi e contemporaneamente le nidificazioni dei Cavalieri d’Italia sono state portate a termine con esito soddisfacente per tutti.

Il ringraziamento del Presidente Ismaele Rognoni: “A nome mio e dell’Ente che ho l’onore di rappresentare voglio ringraziare i due Guardiaparco, Massimo Balocco e Francesca Bocca, che so essere molto attenti a questi aspetti e che rappresentano un valore aggiunto per tutto il nostro territorio e naturalmente estendo il mio plauso all’ottimo lavoro quotidiano portato avanti dal dottor Michele Bove a guida del Settore Agricoltura e dalla dottoressa Monica Di Francesco responsabile del Settore Fauna. Un sentito grazie va soprattutto agli agricoltori che hanno dimostrato una sensibilità che non era scontata né dovuta, ma che ha permesso che questo evento raro potesse aver luogo. Avete dimostrato a tutti come funziona una comunità compatta e coesa anche su temi che, pur sembrando distanti dal mondo dell’agricoltura, sono invece in perfetta simbiosi con la biodiversità. Avete anche dimostrato cosa voglia dire vivere in un ecosistema come quello del Parco Lombardo della Valle del Ticino: un esempio concreto di come l’uomo possa integrarsi nella natura e viceversa come questi che spesso sono sottovalutati “

Ieri 31 luglio 2025, in una breve cerimonia presso la frazione di Villa Reale di Cassolnovo, il Presidente del Parco Ismaele Rognoni e il Direttore Claudio De Paola hanno consegnato alle quattro aziende un semplice riconoscimento, ma di alto contenuto simbolico: un badile tipo “Maglio di Seriate” e un forcone “rampale”, attrezzi usati per la gestione dell’acqua in risaia, oltre ad un campione di prodotti a Marchio Parco Ticino.

“Siamo da sempre convinti che Parco e agricoltura siano un binomio vincente – ha dichiarato il Direttore del Parco Claudio De Paola – e questa bella esperienza lo dimostra. I tecnici e i Guardiaparco dell’Ente, sempre attenti e appassionati alla tutela della biodiversità, dialogano quotidianamente con le nostre aziende agricole per trovare soluzioni e sinergie di interesse comune. Nel Parco del Ticino una agricoltura attenta ed evoluta offre ai consumatori prodotti di grande qualità in un contesto ambientale unico”

Considerata l’importanza della salvaguardia del Cavaliere d’Italia nel Parco, durante il monitoraggio sono intervenuti sul campo anche gli esperti della LIPU per conoscere gli obiettivi dell’iniziativa e per studiare il caso come esperienza pilota di collaborazione tra mondo agricolo e mondo dei Parchi. “Questa esperienza – secondo la dottoressa Federica Luoni responsabile settore habitat e programma Agricoltura di Lipu- dimostra come produzione e tutela della biodiversità possono convivere. Occorre valorizzare queste esperienze e renderle la normalità, anche grazie a politiche coerenti a sostegno dell’agricoltura rispettosa della biodiveristà”

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