Tornare ai lavori di una volta, quelli che stanno scomparendo. E’ una doppia finalità, sociale e anche culturale, quella portata avanti dall’associazione La Quercia che, aprendo la ciclo officina quattro anni fa, ha dato uno sbocco lavorativo a persone con disabilità. Ma ha anche puntato l’attenzione su un mestiere importante, che è quello di aggiustare una bicicletta. Ne abbiamo parlato con Roberto Ravani che Francesco Bigogno è andato a trovare nel laboratorio di Cerello, in piazza don Cermenati. Si entra dal lato del canestro ed è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12, ma si cercano volontari per poter continuare il servizio anche negli orari pomeridiani. E’ un’officina a tutti gli effetti quella che ci mostra Roberto, responsabile dell’associazione La Quercia che dal 1991 si occupa di persone con disabilità e delle loro famiglie. “La ciclo officina – spiega – coinvolge cinque persone con disabilità e sei volontari. Vicino a noi c’è anche la falegnameria, una realtà nata da poco”.
Della falegnameria parleremo in seguito. Intanto ci concentriamo su questa bellissima ciclo officina che raccoglie biciclette, le aggiusta e le dona. Chi ha necessità di aggiustare la propria può sempre recarsi alla ciclo officina, naturalmente. Tra le donazioni ricordiamo le biciclette per la missione di Maristella in Togo, ma sono tantissime le bici che vengono donate a coloro che ne hanno bisogno. “Mettiamo un adesivo sulle biciclette che doniamo – continua Roberto – non per far vedere che è la nostra, ma per ragioni di calcolo. A conti fatti siamo arrivati a quasi 500 biciclette donate da quando la ciclo officina è aperta, ovvero da circa quattro anni”. La domanda di Francesco è spontanea. Da questa attività trae maggiore utilità la persona che impara un mestiere o chi riceve il prodotto finito? Entrambi, si potrebbe dire. “Abbiamo ultimato un corso che il comune di Corbetta ha finanziato con i bandi del terzo settore – aggiunge Roberto – 15 persone hanno appreso le basi per poter aggiustare una bicicletta e già questa è una cosa importante. Si tratta di 15 potenziali volontari e noi abbiamo anche valorizzato l’importanza di sapere aggiustare una bicicletta, attività che si sta perdendo. Per le persone con disabilità vuol dire rendersi utili, valorizzare la propria persona”.
Sono nati come i Beatles, in un garage vicino. La struttura odierna è stata sostenuta dal Rotary Internazional e adesso il primo laboratorio viene utilizzato come magazzino. “Lo scorso inverno c’erano una trentina di biciclette – conclude Roberto – adesso se ne contano una decina. Con la bella stagione si è attivata un po’ tutta la rete della carità del magentino e anche da fuori territorio. In molti sono venuti a prendere la loro bicicletta”.