Il convegno Attenti al lupo! A confronto per una corretta gestione, vista la situazione venutasi a creare anche in Lombardia a causa della diffusa presenza e delle predazioni di bestiame da parte di questo grande carnivoro, è stata fortemente voluto dall’Intergruppo di Lavoro “Grandi Carnivori” di Regione Lombardia e da dieci consiglieri regionali di FdI, Lega e FI.
Si terrà dalle 10 alle 17 di giovedì 8 maggio p.v. a Palazzo Pirelli di Milano. Ha collaborato all’evento l’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali. Per accrediti e informazioni: [email protected] Ecco la scaletta e gli orari degli interventi:
– Ore 10,30, introduzione del consigliere regionale Giacomo Zamperini, presidente della Commissione Montagna, e del consigliere regionale Floriano Massardi, presidente della Commissione Agricoltura.
– 10,50, relatore prof. Adriano Martinoli (zoologo dell’Università dell’Insubria), titolo dell’intervento: “Il lupo: dalla contrapposizione verso un modello di gestione condiviso”.
– 11,15, relatore prof. Marco Musiani (zoologo dell’Università di Bologna), titolo dell’intervento: “Lupi e bestiame in Eurasia e Nord America: esperienze di campo”.
– 11,40, dr. Spartaco Gippoliti (zoologo, esperto in biologia della conservazione), titolo dell’intervento: “Il lupo in Italia, dalla biologia della conservazione al rewilding antispecista”.
– 12,05, vari allevatori e agricoltori che testimonieranno i problemi dati dal lupo.
– 12,25, relatore Robi Ronza, giornalista esperto di problemi della montagna, titolo dell’intervento: “La demitizzazione del lupo quale premessa culturale del confronto”.
– 12,45, Interventi dei consiglieri regionali.
– 13, pausa con buffet.
– 14, vari allevatori e agricoltori che testimonieranno i problemi dati dal lupo.
– 14,20, relatore dr. Aldo Oriani (naturalista storico), titolo dell’intervento:
“Presenza del lupo nella Lombardia e nel Piemonte orientale nell’Ottocento”.
– 14,40, relatore Giovanni Todaro (giornalista naturalista e scrittore), titolo dell’intervento:
“Il lupo: disinformazione e fake news “.
– 15,00, relatore prof. Annibale Salsa (antropologo, studioso del paesaggio alpino), titolo dell’intervento: “Valori in conflitto: il paesaggio antropico e il rewilding”.
– 15,20, pausa caffé.
– 15,40, Interventi consiglieri regionali.
– 16,00, relatore dr. Michele Corti (presidente dell’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali), titolo dell’intervento: “Lupo e vita rurale: allarme sociale e rischi per l’incolumità pubblica”.
– 16,20, Conclusioni: Giacomo Zamperini e Floriano Massardi.
– Ore 16,35, temine del convegno
Per saperne di più…
– L’ultimo censimento effettuato da ISPRA, ossia l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, organismo scientifico del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, nel 2020-2021 (mentre in Germania tale censimento è annuale) stabilì che in Italia continentale vivevano mediamente 3.307 lupi (poi ricalcolati in 3.600). Da allora il numero è aumentato, forse almeno 1.500-2.000 in più. Ma anche solo con i 3.307 di media del 2021, l’Italia risulta avere la più grande popolazione di lupi d’Europa, più di Spagna o Romania. In Lombardia vi sarebbero circa 100 lupi, in almeno 21 branchi, dalle zone alpine a quelle di pianura, ma la stima è senza dubbio errata per difetto, con ogni probabilità il numero è di circa 200-300. In tutte le dodici province lombarde il lupo è presente.
– L’italia, da sola, ha più lupi sommati di: Francia, Germania, Austria, Belgio, Svizzera, Repubblica Ceca, Ungheria, Danimarca, Slovenia, Portogallo, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia. L’area appenninica del Parmense-Piacentino, ed è un dato scientifico, ha una densità di quasi 11 lupi ogni 100 km quadrati (10 km x 10), la più alta al mondo, più della Russia, Canada o Mongolia. Rispetto ai circa 100 lupi stimati in Italia dal prof. Luigi Boitani nel 1971 (quando fu protetto), oggi sono aumentati almeno di 40 volte, e in Europa almeno di 18 volte.
– I lupi non solo hanno ormai saturato ogni area adatta, ma entrano dentro le città come Milano e Roma, predando anche gatti e persino piccoli cani al guinzaglio come avvenuto a Palombaro. Non è vero che il lupo regola la propria popolazione e quindi si autolimita, in quanto se c’è un minimo di copertura ma prede a sufficienza (incluso il bestiame) non fa altro che ridurre il territorio, tanto che ormai si è arrivati persino a circa 30 km² per branco o famiglia.
– Anche con l’impiego di cani adeguati da protezione e in buon numero, l’uso di recinti elettrificati e la presenza del pastore le predazioni del bestiame da parte dei lupi si verifica spesso. In Italia le attività pastorali conseguentemente cessate sono oltre 20.000.
– Da anni l’art. 16 della Direttiva Habitat permette l’abbattimento in deroga dei lupi se troppo numerosi, se fanno troppi danni al bestiame sebbene ben protetto e se attaccano le persone, cosa che avviene legalmente negli altri stati aderenti come noi alla stessa Direttiva (anche centinaia di esemplari abbattuti ogni anno, come in Francia e Nord Europa). Ma nessun lupo in Italia è mai stato abbattuto dalle autorità, persino quelli che hanno ripetutamente attaccato e ferito bambini, come la lupa di Vasto nel 2022-23, e nonostante sia previsto (anche nel caso di esemplari di specie particolarmente protette, come il lupo e l’orso) pure dalle legge sulla tutela della pubblica incolumità.
– Le ultime persone (bambini) vittime di attacchi antropofagici di lupi in Lombardia risalgono alla prima metà del XIX secolo, mentre in Italia (Abruzzo) risalgono al XX secolo. L’ultima vittima in Mugello, Toscana, dove un uomo adulto ferito fu soccorso e trasportato all’ospedale di Marradi, dove spirò. Ne diede notizia anche il giornale Messaggero del Mugello dell’11 marzo 1923. Il 16 aprile scorso in occasione del recente dibattito nelle commissioni parlamentari sul parere da fornire sulla proposta di direttiva europea che sancisce il declassamento del lupo da Specie rigorosamente protetta a Specie protetta, ISPRA e Ministero dell’ambiente hanno riferito che tra il 2017 e il 2024 in Italia vi sono stati 19 attacchi alle persone con feriti da parte, in diverse occasioni, di 7 lupi. L’8 maggio, tra l’altro lo stesso giorno del convegno in oggetto in Regione Lombardia, il Parlamento europeo si riunirà in plenaria a Strasburgo nell’atto comunitario conclusivo dell’iter di declassamento del lupo iniziato alla fine del 2023.
– IUCN (International Union for the Conservation of Nature) – la più autorevole istituzione scientifica internazionale che si occupa di conservazione della natura – ha stabilito che la specie è tutt’altro che a rischio e pertanto l’ha depennata alla categoria Rischio Minimo (LC, Least Concern). Nel 2013, nel mondo si stimavano già circa 300.000 lupi. La sottospecie italiana è stata infine passata al più tranquillizzante livello Quasi Minacciata (NT, Near Threatened).
– Dal 1971 attraverso i progetti LIFE europei, con fondi pubblici anche italiani, è stata erogata una cifra pari a circa 60 milioni di euro per il lupo e l’orso, ossia oltre 110 miliardi di lire. Solo per quanto riguarda la mitigazione dei danni al bestiame (reti, cani, cartelli, ecc.) dal 1992 al 2019 in Europa sono stati erogati 3,6 milioni di euro l’anno, che portano all’enorme cifra di ben 97,2 milioni di euro, a cui bisogna aggiungere altri 36 milioni di euro per i relativi progetti, per un totale di 133,2 milioni di euro. Dal 2019 ci sono stati altri LIFE e altri contributi, andati quasi sempre agli stessi referenti.
(fonte: comunicato stampa ricevuto in redazione)