Volontari in Madagascar, tra loro tre infermiere dell’ASST Ovest Milanese.

Missione umanitaria in Madagascar per screening e percorsi nutrizionali per centinaia di bambini. Tra i volontari che lottano contro la malnutrizione che affligge numerose comunità locali anche tre infermiere ed un osteopata del territorio.

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Sono appena rientrate da un’intensa esperienza di volontariato e sono tornate subito al lavoro, Silvia Castiglioni, coordinatrice infermieristica del Pronto Soccorso di Magenta, Laura Merlini, coordinatrice infermieristica della Rianimazione di Legnano, e Maria Angela Poma, infermiera 118 dell’Auto Medica di Legnano, tutte dell’ASST Ovest Milanese. “Le misurazioni di peso, altezza e Muac – raccontano le infermiere – hanno permesso di intervenire in modo preciso e tempestivo, riducendo il rischio di complicazioni legate alla malnutrizione stessa. Il progetto, purtroppo, non si è concluso con questa sola fase, ma ha posto le basi per un lavoro a lungo termine che mira a sensibilizzare le comunità e a migliorare la sicurezza alimentare nel villaggio. Le difficoltà logistiche, la carenza di risorse e la diffidenza iniziale della popolazione sono stati ostacoli non indifferenti. Tuttavia, grazie alla determinazione e alla professionalità del gruppo, è stato possibile creare un legame di fiducia. La risposta positiva delle famiglie è stata un segnale incoraggiante”.

Obiettivo del gruppo era fare uno screening, arruolare e fornire farine arricchite e assistenza sanitaria diretta a bambini e famiglie che vivono in condizioni di povertà estreme, nella piccola comunità di Mananovy, nel sud del Madagascar. 403 i bambini con evidenti segnali di malnutrizione individuati con l’aiuto delle famiglie per essere curati, appartengono a diverse comunità locali. In questo lavoro proficua e fondamentale è stata la collaborazione con le Suore Nazzarene, una congregazione religiosa impegnata da anni nel paese a supporto delle comunità più vulnerabili.

Le infermiere hanno effettuato screening e rilevazioni antropometriche (come peso, altezza e Muac -Mid-Upper Arm Circumference), fornito consulenza sulle buone pratiche alimentari e distribuito alimenti fortificati per combattere la malnutrizione. Inoltre, hanno partecipato a sessioni educative per insegnare alle mamme come preparare pasti nutrienti con risorse limitate, sfruttando al meglio gli ingredienti locali.

Una volta raccolti i dati, è stato possibile classificare i bambini in diverse categorie di rischio nutrizionale. I bambini che presentavano malnutrizione sono stati indirizzati a programmi specifici di trattamento nutrizionale, che prevedevano l’utilizzo di farine arricchite con supplementi vitaminici e, in alcuni casi, l’ospedalizzazione. Le farine arricchite sono particolarmente vantaggiose per i bambini per raggiungere un livello adeguato di nutrizione durante i primi anni di vita, un periodo cruciale per lo sviluppo fisico e cognitivo.

Il progetto è supportato dall’associazione di volontariato H&T ODV, che da anni opera in questo Paese, uno dei paesi più poveri del mondo, e affronta sfide significative legate alla malnutrizione, attraverso progetti sanitari ed educativi, con l’invio due volte all’anno di volontari.
Ma l’impegno non si ferma qui, perché verranno fornite farine arricchite per ter anni dall’arruolamento dei bambini. “La nostra esperienza – concludono le infermiere – ha messo in evidenza non solo la forza della solidarietà, ma anche l’importanza dell’educazione, della prevenzione e della promozione della salute come strumenti fondamentali per sconfiggere la malnutrizione e migliorare la vita di molte persone. Un’esperienza di missione di volontariato è un viaggio che tocca profondamente le emozioni di chi vi partecipa”.

■ Prima Pagina

Ultim'ora

Altre Storie

Pubblicità

Ultim'ora nazionali

Altre Storie

Pubblicità

contenuti dei partner