Fu Adilma Pereira, 49 anni di origini brasiliane ora a processo con 7 complici per l’omicidio del compagno Fabio Ravasio, avvenuto il 9 agosto scorso a Parabiago, nel Milanese, a decidere quale sarebbe stato il giorno del delitto.
A sostenerlo in aula è stato uno dei coimputati, Mirko Piazza, spiegando che la donna, nota come la ‘mantide’ e adepta della religione Candomblé, diffusa in Brasile, individuò il 9 agosto quale giorno propizio “tramite un rito”.
Piazza ha detto anche di non aver mai voluto fare del male alla vittima: “Ero solo e povero e Adilma disse che con i soldi dell’eredità dopo l’omicidio avrebbe ristrutturato una cascina e mi avrebbe dato un alloggio”.
A Parlare davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio anche Fabio Oliva, con dichiarazioni spontanee che hanno ripercorso il proprio ruolo nella morte del 52enne di Parabiago, sulla strada di quel tardo pomeriggio 9 agosto tra Parabiago e Busto Garolfo. Otto gli imputati, tra cui Ravasio Adilma Pereira Carneiro, considerata la mente del piano omicida. I due imputati hanno preso la parola anche per porgere le scuse alla famiglia della vittima.