Parrebbe esserci un futuro per Moreschi, il prestigioso marchio di calzature di lusso fondato nel 1946. La procedura competitiva per l’acquisizione, indetta dal Tribunale di Pavia, si è chiusa senza una vera gara: è pervenuta un’unica offerta, formalizzata da un misterioso “cavaliere bianco” il cui nome non è stato ancora rivelato.
Secondo indiscrezioni circolate a Vigevano, dietro l’operazione ci sarebbe una società italiana del settore calzaturiero con il supporto di un finanziatore sudafricano. Tuttavia, l’assenza di altre offerte ha reso superflua un’asta competitiva, prevista entro il 31 marzo.
L’unico acquirente in corsa ha messo sul piatto 1,738 milioni di euro, versando già un anticipo del 30% a garanzia dell’acquisto. L’operazione include il rilevamento dei marchi Moreschi e Stemar, dello stabilimento di 18mila metri quadrati a Vigevano, dei macchinari e degli arredi, oltre alla locazione del negozio di via Manzoni a Milano con il relativo arredamento e parte del magazzino rimanente.
Dopo la storica gestione familiare, il calzaturificio era passato nelle mani del fondo svizzero Hurleys, che aveva deciso di delocalizzare la produzione. La scelta si è rivelata fatale: l’azienda è stata dichiarata fallita e posta in liquidazione sotto la supervisione del curatore Stefano Gorgoni dello studio associato Gorgoni Pellati Lombardini & Legnani.
Nel frattempo, la curatela ha avviato una serie di vendite straordinarie delle scorte per generare liquidità a favore dei creditori. Ora la speranza è che il nuovo acquirente mantenga la produzione a Vigevano, preservando il legame tra il marchio e il suo territorio d’origine.
Resta da capire chi si cela dietro questa operazione e quali saranno le strategie per il rilancio del brand. Il destino di Moreschi è ancora tutto da scrivere.