Castano Primo: emessi quattro ‘divieti di ritorno’ per altrettanti soggetti individuati dalla Polizia locale

I provvedimenti emessi dalla Questura di Milano.

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Attività di controllo del territorio ma anche di prevenzione e repressione dei reati quelle messe in campo dal Comando di Polizia locale di Castano Primo e Nosate. Le ultime indagini hanno consentito di raccogliere elementi utili che hanno permesso alla Questura di Milano di emettere le misure di prevenzione del “divieto di ritorno” dal territorio comunale di Castano Primo. Provvedimento questo che in relazione al profilo di pericolosità sociale del singolo soggetto può avere una durata che va da uno a tre anni. Pertanto nelle scorse settimane sono stati notificati ad alcune persone i relativi provvedimenti:
 
– M. C. L. (classe 2005), soggetto di nazionalità italiana gravato da precedenti specifici per truffa a carico di soggetti di categoria fragile.Il provvedimento di prevenzione è stato emesso dalla Questura di Milano su richiesta del Comando di Polizia locale che nei mesi scorsi aveva deferito in stato di libertà l’uomo per il reato di truffa.
 
– L. S.  (classe 1990), soggetto di nazionalità italiana, gravato da precedenti per reati contro il patrimonio e l’autorità. Il provvedimento trae origine dall’attività di controllo del territorio effettuata dalla polizia locale di Castano che individuava il soggetto con al seguito oltre 100 grammi di sostanza stupefacente.
 
– F. F.  (classe 1981), soggetto di nazionalità italiana, gravato da precedenti per reati contro il patrimonio, la persona e spaccio di sostanze stupefacenti.
 
– S. F.  (classe 2004), soggetto di nazionalità italiana, gravato da precedenti per reati contro il patrimonio, l’autorità e per spaccio di sostanze stupefacenti.
 
I provvedimenti a carico di quest’ultimi traggono origine dall’attività di prevenzione atte al contrasto dello spaccio delle sostanze stupefacenti posta in essere dal Comando di Piazza Mazzini. I soggetti qualora violassero il provvedimento di divieto andranno incontro alla reclusione da sei a diciotto mesi ed alla multa fino a 10.000 euro ai sensi dell’art. 76 c.3 DLGS 159/2011 cosi come modificato dall’art. 3 c.2 Dlgs 123/2023.
 

 

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