Il calciatore e capitano del Milan Davide Calabria e’ stato sentito ieri dalla Squadra mobile di Milano, su delega della Dda, come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta “Due Curve” che ha portato il 30 settembre ad azzerare con 19 arresti i direttivi del tifo organizzato di Inter e Milan con le accuse di associazione per delinquere.
Calabria compare negli atti d’indagine per un incontro che aveva avuto l’8 febbraio 2023 all’interno del locale Italian Drink di Cologno Monzese con il leader della Curva Sud Milano, Luca Lucci (arrestato) e lo storico ultra’ Giancarlo Capelli, detto “il Barone”. Dagli accertamenti dei poliziotti, che avevano notato il capitano rossonero durante un servizio di osservazione, non era emerso il motivo del colloquio. Nei prossimi giorni, dopo il rientro dalla Turchia dove e’ impegnato per la sosta delle nazionali, sara’ sentito anche il centrocampista nerazzurro Hakan Calhanoglu sui suoi presunti rapporti con gli ultra’ nerazzurri.
“Si è cercato di far passare l’idea che il patto di non belligeranza fra le Curve sia stato utilizzato come mezzo per fare soldi, peccato che sia un accordo storico siglato dopo il mundialito del 1983 per evitare di avere una “guerra” continua in città, in ogni dove, in qualsiasi momento della settimana tra milanisti e interisti. E da oltre 40 anni questo “patto” è stato portato avanti da chiunque abbia gestito nel tempo le due curve, in maniera intelligente e responsabile, a differenza di quanto si voglia far credere con soli fini speculativi, di lucro o di guadagno personale. Non c’è niente di più falso, è un’offesa alla storia e a chi si accordò per questo patto e a chi, dopo 40 anni, lo rispetta ancora e lo considera un unicum nel panorama mondiale delle tifoserie, rendendo il derby di Milano una delle partite più tranquille dell’anno”. E’ quanto si legge in una nota diffusa sui social dalla Curva Sud Milano, dopo l’inchiesta “Doppia curva” che ha azzerato i vertici delle curve di Inter e Milan per presunte infiltrazioni criminali.
“Non abbiamo MAI gestito parcheggi, non abbiamo MAI gestito baracchini, non abbiamo MAI gestito bar, non abbiamo MAI ricevuto e soprattutto preteso biglietti dalla società, non abbiamo MAI gestito cose al di fuori del mondo ULTRAS, non abbiamo MAl compiuto atti d’intimidazione o violenza per accaparrarci profitti derivanti da attività tangenziali all’ambiente stadio. Non abbiamo MAI fatto i bagarini ma ci siamo semplicemente permessi in alcune circostanze, di differenziare i prezzi tra chi c’è sempre stato e chi ha frequentato meno assiduamente, sempre nell’interesse dei primi e mai per tornaconto personale”, spiegano gli ultras, che assicurano: “Ogni introito è stato impiegato nell’autofinanziamento”. “Stiamo assistendo ad una vergognosa campagna mediatica di giornali e tv che tendono a fare “minestroni”, infangando ragazzi al solo scopo di fare audience, la cui unica colpa è quella di aver stretto rapporti lavorativi e di amicizia con personaggi più o meno famosi. Questo attacco di massa non vi consentirà in alcun modo di scalfire quanto di buono fatto da queste persone, come ad esempio le tante iniziative di beneficenza organizzate in primis da loro nel nome della curva, ogni qual volta c’è stato bisogno di fare del bene (alluvione in Emilia-Romagna e raccolte benefiche per Palestina e senza tetto milanesi, le ultime di una lunga serie)”.