Allerta altissima per cannabinoidi sintetici e semisintetici in Italia, in particolare per l’Hhc. Si tratta di una sostanza che è stata inserita nella Tabella delle sostanze stupefacenti solo nel luglio 2023, dopo essere comparsa nel mercato illegale italiano nel 2022: lo dimostrano i dati forniti a LaPresse dalla DCSA, Direzione centrale per i servizi antidroga, aggiornati al primo dicembre 2023, e lo confermano gli esperti. Nel 2022 si contano 7 sequestri, dove l’Hhc risulta ‘aggiunto’ o collegato ad altre sostanze (hashish e marijuana), per un totale di 450,011 chili di sostanza sequestrata (considerando che in un sequestro non è stata segnalata la quantità). Nel 2023 i sequestri sono scesi a due per il momento, per un totale di 64 dosi. Questo perché, una volta entrata in tabella, la sostanza inizia a girare di più sul dark web: “L’Hhc è stato inserito in tabella il 13 luglio del 2023.
La grossa pubblicità che si è fatta quando la sostanza non era tabellata, magicamente sparisce nel momento in cui la sostanza entra in tabella, perché prima circolava liberamente. Circolava di più – spiega a LaPresse Salvatore Leotta, tenente colonnello della DCSA -. Nel momento in cui entra in tabella, entra nel commercio online e del dark web ed è più difficile da tracciare e reperire. E poi resta il fatto che non tutti i Paesi hanno tabellato l’Hhc”. L’uso e abuso di queste sostanze è sostanzialmente legato al mondo giovanile: “Perché sono insidiose queste sostanze? Perché c’è l’incoscienza giovanile, è più insidiosa proprio perché colpisce i giovani e i fragili” dice ancora Leotta. Il fenomeno viene osservato anche dal punto di vista medico: “I cannabinoidi sintetici o semisintetici, e in particolare l’esaidrocannabinolo, l’Hcc, possono essere considerate le droghe ‘top’ degli ultimi due anni, in crescita nei consumi già nel 2022 e con un boom nel 2023.
Sono facili da produrre e sono presenti in diversi tipi di prodotti, dalle caramelle alle sigarette elettroniche ai prodotti erbacei. L’Hcc costa molto di meno del Thc, principio attivo della cannabis, si può fare in laboratorio e gli stessi effetti del Thc possono essere raggiunti con un prodotto economico, è questa la novità del mercato” spiega a LaPresse Simona Pichini, direttrice reggente del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto Superiore di Sanità.