RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “A margine della conferenza stampa di oggi dell’assessore Guido Bertolaso ritengo necessarie in rappresentanza di oltre 450 enti che erogano prestazioni in regime residenziale, diurno e domiciliare per anziani, disabili, minori, soggetti affetti da dipendenze e tutela della salute mentale evidenziare alcuni aspetti.
Giusto e condiviso il riconoscimento parziale del costo farmaceutico della residenzialita’ in Rsa, Rsd e Css. Che è quantificabile in circa 1,3 euro die sui 60mila posti di Rsa lombarde.
Intelligente ed appropriato il tener attenzione al processo di miglioramento strutturale del mondo onlus che sta, a fatica e con parziali risorse proprie, attuando il percorso di miglioramento qualitativo delle strutture previsto dalla facoltà specifica del 110 an ora aperto per questi enti no profit fino al 2025.
Resta però una manovra economica che non prevede nulla per la parte dei servizi diurni. Centri diurni integrati per anziani e disabili che sono l’anello di congiunzione tra domiciliarita’ (finanziata con pnnr) e residenzialita’.
Non prevede nulla per gli Hospice, che sono il luogo sempre più significativo per la dignità del morire.
Prevede una manovra economica per le Rsa che deve essere letta con gli occhi della realtà.
Quaranta milioni di euro su 60mila posti letto corrispondono a circa 1,7 euro al giorno per posto letto.
Sommati all’1,3 dei farmaci si ipotizza di garantire al sistema per il 2024 un aumento di risorse di poco inferiore a 3 euro al giorno.
Per il 2023 non è stato riconosciuto nulla (come per gli undici anni precedenti al Covid). Quindi per 2023 e 2024; si riconoscono poco meno di 3 euro. Oggi in Lombardia la retta media è di 65 euro e la quota sanitaria media di 45 euro. Quindi 110 euro di costo: 3 euro sono quindi meno del 3%.
L’inflazione 2023, dati istat, è ben superiore al 6%, l’inflazione prevista per il 2024 nella migliore delle previsioni è ipotizzata al 4%.
Dobbiamo parlarne ed evitare la facile ricerca del consenso. Vi sono oltre 100mila lavoratori del settore che hanno in corso i rinnovi contrattuali. Lavoratori che, come i loro datori di lavoro prevalentemente enti no profit, debbono far quadrare i conti.
Così il rischio è creare difficoltà di prosieguo delle attività e poverta’ reale su fasce di popolazione lavoratrice giovane e con gradi di scolarità medi. Per quanto sopra prevedere il blocco delle rette e’ veramente inconcepibile: servirebbero almeno altri 200 milioni di risorse per arrivare finalmente al rispetto dei Lea garantendo la compartecipazione paritaria tra regione e famiglie”.