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Dall'archivio:

Milano, proseguono le indagini sulla morte di Boiocchi

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MILANO  – L’indagine su Vittorio Boiocchi, storico capo della curva dell’Inter, ucciso sabato sera a colpi di arma in via Fratelli Zanzottera a Milano, prosegue ma senza colpi di scena.

“Sono 6-7 le persone, oltre ai familiari del 69enne”, ascoltati dagli uomini della squadra Mobile della questura tra cui l’uomo che ha accompagnato Boiocchi sotto casa, ma che era non avrebbe notato la moto su cui viaggiavano due persone e da cui sono partiti i colpi – cinque esplosi di cui due andati a segno – che si sono rivelati mortali. Lo si apprende da fonti investigative. Nell’indagine coordinata dal pm Paolo Storari si sta procedendo anche all’analisi delle immagini delle telecamere presenti in zona – invece assenti sotto casa e sempre di meno allontanandosi da via Novara, vicino allo stadio San Siro – così come si ripercorrono i suoi “variegati” rapporti con la curva della Nord, ma soprattutto con la malavita. Traffico internazionale di stupefacenti, associazione a delinquere, porto e detenzione illegale di armi, estorsione sono alcuni dei reati per cui Boiocchi è finito dietro le sbarre; carcere in cui ha trascorso 26 anni della sua vita. Gli uomini della Mobile indagano anche su celle e telefoni alla caccia di una pista che possa portare a dare un volto a chi ha agito con un casco integrale e conosceva bene le abitudini del 69enne sottoposto a sorveglianza speciale, con annesso divieto di avvicinamento a San Siro.

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