Il primo dicembre del ’96 l’allora Commissario Straordinario dottor Roberto De Lorenzo, subentrato per la caduta anzi tempo della giunta leghista guidata da Franco Bertarelli, lasciava Palazzo Formenti per far posto a Giuliana Labria, che al ballottaggio aveva superato Sante Zuffada (sostenuto da FI e Alleanza Nazionale) , che nel prosieguo della sua carriera politica sarebbe diventato prima Consigliere regionale e poi Senatore sotto il vessillo di Forza Italia.
In quelle elezioni, il Centrodestra che viaggiava col vento in poppa, forte del Berlusconismo di metà anni Novanta e della Lega di Bossi, a livello cittadino, riuscì nell’impresa di spezzarsi in tre tronconi: quello appunto guidato da Zuffada, quindi, la Lega con Adele Ferrari e i centristi con gustoso aneddoto un giovanissimo Luca Del Gobbo che conquistò un più che dignitoso 13,82% (vedi slide sotto).
In quell’anno entrò a Palazzo Formenti sotto il simbolo de L’Ulivo anche la prof.ssa Silvia Minardi. Ed è da allora che chi scrive al pari di altri colleghi intrattiene rapporti professionali ma che spesso sono diventati anche di reciproca stima e amicizia con molti di questi soggetti citati. Perché Magenta è una città in primis con l’anima di paese e poi, perché in fin dei conti, dopo quasi trent’anni non può che essere così…
Questa lunga disgressione un po’ retro per alcune osservazioni di fondo: Magenta in primo luogo è una città con un bacino di voti tradizionalmente moderato e che guarda al centrodestra, ma che generalmente, quando, quest’ultimo si divide in mille rivoli rischia di consegnare le chiavi del suo governo all’oppositore di turno. Capitò così anche con Marco Invernizzi nel 2012….
Una riflessione che serve innanzi tutto per Luca Del Gobbo che però essendo candidato Sindaco di spessore e autentico uomo cerniera è l’unico in questo momento – grazie a Dio per il Centrodestra – a saperlo tenere insieme.
Detto questo, è fin troppo evidente che Del Gobbo, e qui a nostro avviso, potrebbero iniziare i problemi ‘sotterranei’: dovrà essere capace di fare opera di “maquillage” politico e, contestualmente, dovrà motivare tutta la sua squadra a correre (anche quelli che sicuramente non avranno più chance ma visto che l’occasione in questi 5 anni l’hanno avuto e l’hanno sprecata, per spirito di gruppo dovranno fare il loro). Perché davanti all’elettore medio non è semplice far capire che esiste una netta distonia tra l’attuale amministrazione Calati e quella futura sempre di centrodestra.
Chi viene da un’altra esperienza moderata e che oggi punta con forza a Palazzo Formenti è Silvia Minardi. Ed è su di lei che intendiamo soffermarci soprattutto con questa riflessione. La Minardi è in politica dagli anni Novanti. Quindi è ragionevolmente ad un bivio.
Da ormai dieci anni ha lanciato il suo progetto civico – e non è affatto poca cosa vedere questa realtà crescere anziché liquefarsi come spesso capita – e, stavolta, come ha scritto anche nella sua Nota dopo l’allargamento della coalizione a Viviamo Magenta, è lì a far di tutto fuorché testimonianza politica.
In questa fase non intendiamo tornare sulla sintonia caratteriale o meno che ci potrebbe essere tra Minardi e Ballarini. Ci limitiamo a guardare i fatti. E i fatti dicono che Minardi ha incassato un successo importante. Non era affatto scontato che Ballarini si accodasse. Adesso per lei c’è un competitor in meno e una lista in più a sostegno che potrebbero da qui al 12 giugno diventare due…
Fare dei conti oggi giorno diventa complesso se non impossibile, perché diversamente dal CDX o dal CSX che hanno il conforto del dato nazionale dei partiti, per le formazioni civiche tutto diventa più difficile. Però, senz’altro con la mossa di sabato pomeriggio a nostro avviso in questa circostanza Silvia Minardi punta all’all in.
E’ un dentro o fuori, appassionante, in cui la coalizione di Progetto Magenta si gioca tutto. Qualcuno nel centrodestra, non sappiamo se per convinzione effettiva o per cos’altro, ha parlato di ‘abbraccio mortale’ di Ballarini.
Potrebbe anche essere. Ma in questo momento crediamo che dal punto di vista della coalizione civica è un rischio doveroso, oltreché obbligato.
Partendo da un 10/12% dell’altra volta, i civici grazie all’innesto di #NextMagenta e ora di #ViviamoMagenta puntano a crescere e a raddoppiare il risultato di cinque anni fa. D’altronde i numeri in politica, così come in matematica non sono un’opinione. E quindi a chi dice che il lancio della coppia Minardi Ballarini è un’operazione rischiosa noi rispondiamo dicendo che senz’altro potrebbe esserlo, ma che è un’opportunità che andava colta. Proprio in virtù di quel dentro o fuori stile poker che Minardi deve mettere in campo. Non ha alternative.
La prof.ssa di Lingue Straniere, stimata in città e non solo per il suo percorso anche in ambito accademico, non ha ancora coperto un ruolo amministrativo in tutta la sua storia politica. Si trova davanti ad uno spartiacque. In questo caso, attingendo ad una metafora calcistica, il pareggio non serve.
La Minardi, ha messo la terza punta (Ballarini) – come quando sei sotto e devi vincere per forza – perché stavolta serve solo un risultato. Poi vada come vada. Potrebbe essere un successo, o potrebbe prendere la classica imbarcata….. Di sicuro non si potrà dire che non ci avrà tentato in tutti i modi…
Certo, se non dovesse andar bene, sarebbe bello – ma questo è un discorso che riguarda tutta la politica magentina dove le facce in piazza sono quasi sempre le stesse da oltre vent’anni …. – che i giovani di #NextMagenta, che sono un patrimonio per tutti, avessero la loro chance… da giocare fino in fondo.
F.V.
ARCHEOLOGIA POLITICA…. LE ELEZIONI DEL 1996 A MAGENTA…