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Dall'archivio:

‘++Magenta: anche un accusato di pedofilia è un PRESUNTO INNOCENTE. Stop con la barbarie

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

MAGENTA- Sbatti il mostro in prima pagina. Non è soltanto il titolo di un bellissimo film col grande Gian Maria Volontè (cercatelo e guardatelo), ma anche la tentazione ricorrente di molti (per fortuna non tutti) tra i frequentatori di social network quando ci sono notizie di cronaca particolarmente truci o scottanti.

Magenta, in questi giorni e in queste ore, si confronta con una notizia dalla delicatezza pressoché assoluta (accuse di pedofilia a un 40enne): ieri, con la solita precisione e il suo abituale contegno, Graziano Masperi ha riferito che l’uomo è stato scarcerato e messo ai domiciliari. Si professa innocente.

Ma questo conta poco: intanto si sbatte il PRESUNTO pedofilo, INNOCENTE sino a prova contraria e in teoria sino al terzo e ultimo grado di giudizio, in prima pagina. Il titolo fa effetto, per fortuna in questo caso chi l’ha fatto si è curato di dare spazio alle ragioni della difesa. 

Tuttavia, da ieri a oggi, abbiamo letto i consueti linciaggi da parte di tutti quanti hanno forse letto il titolo del pezzo, qualche rigo del contenuto e non  sanno NULLA delle dinamiche, delle tesi difensive, delle ragioni di chi finisce dietro le sbarre con una accusa tra le più infamanti. Non è una novità, non è la prima né l’ultima volta.

Per esperienza diretta e indiretta contiamo poco nella possibilità che queste persone (donne, in buona misura) leggano Cesare Beccaria o testi di approfondimento sulla  gestione e l’esercizio della giustizia.

 

 

E allora ripeschiamo dagli archivi un caso di cronaca ECLATANTE, che fece discutere per anni, con la CROCIFISSIONE di tutti gli imputati (anzi, un vero e proprio linciaggio) e la successiva (e definitiva) ASSOLUZIONE da tutte le accuse.

Ci riferimano a quanto accasuto alla scuola Rovere di Rignano Flaminio, alle porte di Roma,  una storia umana e giudiziaria lunga e controversa rimasta per anni su tutti i media nazionali. Tutto ha inizio nell’estate del 2006 quando i genitori di alcuni bambini della scuola materna vanno dai carabinieri per raccontare una storia di abusi che i loro figli avrebbero subito dentro e fuori l’istituto. A quelle denunce se ne aggiungono in massa anche altre, riguardanti in tutto 21 bambini. L’inchiesta tocca il suo apice il 24 aprile 2007: i carabinieri di Bracciano, su ordine del gip Elvira Tamburelli, arrestano tre maestre dell’asilo, il marito di una di loro, una bidella e un benzinaio (la cui posizione è stata archiviata nel corso delle indagini). L’accusa per tutti è di associazione per delinquere, atti osceni in luogo pubblico, maltrattamenti in famiglia, sottrazione di minore, sequestro di persona e violenza sessuale.

Secondo il pm Marco Mansi, almeno 21 bimbi di età compresa tra i 3 e i 4 anni tra il 2005 e il 2006, sia nella scuola che fuori, sarebbero stati oggetto di abusi sessuali e di “giochi erotici“. Il processo comincia il 27 maggio 2010 e si celebra a porte chiuse. Il 2 aprile 2012 il pm Mansi chiede 12 anni di reclusione per tutti gli imputati e la trasmissione degli atti al suo ufficio per poter procedere contro altre due maestre. Il 28 maggio del 2012 dopo nove ore di camera di consiglio, arriva la sentenza di primo grado del tribunale di Tivoli, che cancella tutte le accuse e alla quale i genitori reagiscono con urla contro i giudici e con calci e pugni alle porte dell’aula in cui si era appena concluso il processo. Furono assolti anche nei gradi successivi e in via definitiva.

Ergo.. Meditate, fustigatori (virtuali) della pubblica morale. Meditate..

Fabrizio Provera

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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