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Dall'archivio:

40 anni dalla storica vittoria sul Brasile nei sogni di noi bambini. A cura di Massimo Moletti

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Ieri sono stati 40 anni dalla mitica ed eroica partita Italia-Brasile 3 a 2 e mi sono ritornate in mente le  grandi manifestazioni di gioia di un popolo che con il pallone tra i piedi si sentiva padrone …

Mia nonna che del calcio capiva solo che correvano dietro a una sfera per 90 minuti, ai tempi non c’era il recupero incorporato, era felicissima perché aveva vinto l’Italia …..il Bel Paese …poi democristiano o repubblicano, monarchico o liberale non faceva distinzione …

Un popolo intero disperso nel Mondo sventolava il tricolore e cantava l’inno come una canzone ….molti lo sventolavano nel cuore e si sentivano pieni di gioia e orgogli di essere azzurri

La partita inizia col pre -partita con minestra di patate della mia mamma di cui ero ghiotto …bistecca di maiali con spinaci e salame sotto grasso tipico di Cerano (senza sfruttarne la paternità in futuro) …

Eravamo la classica famiglia agricola non da albero degli zoccoli ma di tutti davanti alla televisione rigorosamente Mivar …

 

Mi ricordo che mia madre faceva la maglia , mio padre pesava le mele dalla stanchezza mia sorella gufava perché per lei i brasiliani erano troppo forti ..

Mio fratello gridava come un pazzo perché voleva la vittoria del tricolore …ah mia mamma era tifosa del suo coscritto Zoff solidarietà tra nati nel 1942 …

Era, comunque, una nazionale stellare perché i brasiliani erano forti e fuoriclasse ma i nostri non erano da meno forse pagavano il fatto di essere tutti figli poveri di un paese povero e diviso ma loro riuscirono dove Garibaldi, Cavour e tanti Primi ministri fallirono …ovvero, rendere un paese unico …

Niente tatticismi, niente calcoli in quel mondiale 1982 in Spagna si affrontarono le formazioni più accreditate e si vinse dopo il sofferto passaggio del turno si dimenticò di essere piccoli e divisi ma decisero di essere l’Italia con dentro tutti i propri fenomeni pure di giornata e senza preavviso…

Una nazionale che comprendeva tutto il meglio del calcio italiano nato tra la povertà e il sapore della post guerra e del tirarsi su le maniche …del essere felice con nulla …

Il pallone a spicchi bianco neri era il regalo più ambito e l’oratorio il luogo dove nascevano i campioni che continuavano in strada per poi arrivare a scale ai livelli mondiali …

Quando potrebbero valere questi eroi oggi e il loro stipendio ??? Di questi ragazzi nati con fatica e che andavano agli allenamenti senza le “Zecche” dei genitori …magari senza troppo studio ma con idee chiare in testa e piedi raffinati e senza il destro o sinistro…

Paolo Rossi era l’eroe di un Paese che soffre , viene sconfitto , punito ma poi rinasce perché gli viene data l’opportunità dell’ascensore per il cielo …perché il paradiso non può attendere …

 

Questa opportunità gliel’ha data il mitico Bearzot l’uomo della partita con Pertini a scopa …l’uomo che dava interviste a tutti con una umiltà e gentilezza squisita senza adetti stampa e staff..

Un uomo che ha saputo gestire e valorizzare dei campioni senza tempo senza essere nè despota nè servo …ma semplicemente Enzo …

Un uomo raffinato e colto che aveva una discrezione di uomo d’altri tempi …nel mio salotto ero affascinato dalla sua pipa sulle labbra simbolo della sua classe …

Una partita dal scappa e riprendi dove la mia maglietta bianca pitturata col pennarello azzurro e la gassosa fresca tra le mani sudate e stanche mi facevano sognare di servire e fare trionfare il mio paese …

Ero piccolo e avevo ancora un animo di stato da libro Cuore che forse quella nazionale senza esser ne conscia lo raffigurava in pieno …

Poi il goal trionfale di Pablito e la festa finale con mia madre che mi tirava dentro il letto perché era tardi …avevo orari e tabelle da rispettare in un paese semplice e vita semplice ma da sogni grandi e fieri …

Vincere perché sei il più bravo , forte , intelligente , tenace ecco l’insegnamento di quella Nazionale del 1982 dimenticare il mercato , scudetto , squadre diverse perché eravamo tutti tifosi di quella maglia …

Perché quella partita e poi la finale con la Germania è stata qualcosa di estremamente gioioso e indimenticabile tanto da oscurare la vittoria del 2006 …

Un bel mondiale pure quello che ha portato la 4° coppa del Mondo di calcio …io ero convinto che non si sarebbe parlato più così tanto del 1982 invece complice i recenti (10 anni di disfatte) pallonari nostrani …quel Campionato è ancora visibile nei nostri cuori e sarà sempre più …

E’ vero abbiamo vinto anche un Europeo ma il motivo che ancora oggi adoriamo quelle partite di cavalcata per la vittoria …sono essenzialmente tre

Il primo è che erano più calciatori e meno star e influencer e più genuini e diciamolo più forti

Secondo perché le loro partite sono state epiche e senza vittoria ai rigori

Terzo perché eravamo impegnati a guardare la partita e non a fare selfie , post , commenti e condividere …con bicchiere in mano

Ma il vero motivo è che eravamo bambini pieni di sogni e speranze che questi eroi ci hanno regalato con una infinità di emozioni sane e sincere convincendoci e rendendoci partecipe di grandi avvenimenti …convinti che poi sarebbe toccato a noi regalarli a loro …

Il vero dono di quella partita e di tutto quel Mondiale è stata la generosità di calciatori straordinari che non puntavano la telecamera ma solo i nostri cuori ..

Sono sempre 11 giocatori che insieme a 11 giocatori corrono dietro a un pallone come diceva mia nonna ma quei ragazzi di Italia-Brasile ci hanno fatto vivere appieno la loro corsa lasciandoci alla fine un ricordo che con lo sgonfiarsi del palone ci riempie sempre di più il nostro cuore.

 

Massimo Moletti 

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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