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Zach Bryan – “American Heartbreak” (2022). By Trex Roads

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Ci ho pensato parecchio prima di scrivere di questo disco, ma sinceramente mi era impossibile ignorarlo nella mia rubrica.
Ho riflettuto soprattutto perché, ve lo anticipo, non vi parlerò che di due o tre pezzi e non perché non ne valga la pena o ci sono delle canzoni inutili, ma a causa della natura stessa di questo progetto.
Vi ho già parlato di questo artista scrivendo del suo EP del 2020 (http://ticinonotizie.it/ascoltati-da-noi-per-voi-by-trex-roads-zach-bryan-quiet-heavy-dreams-2020/ ) e avevo pigiato sul tasto della sua totale anti-commercialità. Un cantautore che fa quello che vuole, non curandosi di ciò che dice o pensa il pubblico o il mercato.
Il suo folgorante successo è cominciato per caso, uno streaming con amici da un AirBnB e tanti, tantissimi likes, condivisioni. Un pubblico che cresceva a vista d’occhio e che aspettava un nuovo disco di Zach Bryan come la manna dal Cielo.

 

L’unica vera differenza con i suoi precedenti lavori è l’aver firmato per una casa discografica di importanza mondiale, la Warner, ma se vi aspettate una deviazione commerciale della sua musica o del suo modo di concepirla, allora avete sbagliato indirizzo.

Bryan, alla fine, vista la sua carta d’identità, è un millennial (26 anni) e tutto ciò che fa nella musica è molto influenzato dalla sua generazione. Una generazione che fa del digitale, degli streaming e dei like un modo di essere. Ma ha portato questo ad un altro livello, ad un livello che ha imposto il suo volere alla major : alla fine io vi porto milioni di streaming e se mi volete sono così.

Dopo aver frantumato i record dei suoi primi video musicali, con questo disco ha battuto il record di streaming del primo giorno per un disco country. Mai successo.

Volete sapere qual è la stranezza? Perché avevo remore a parlarvi di American Heartbreak? Per un motivo semplice : il lavoro è composto da 34 canzoni.

Trentaquattro!

Ci sono stati tanti rivoluzionari nella musica country, negli anni ’70 i più famosi li chiamavano Outlaws, erano quelli che si erano creati il proprio sound, senza badare al mercato di Nashville e del country classico. Ecco, Zach Bryan, a parer mio, sarà ricordato come un nuovo rivoluzionario, uno che, come il grande Cody Jinks per esempio, ha preso la sua musica e ha deciso di farne ciò che la sua mente vuole e immagina.

E’ impossibile per me, parlarvi dei pezzi, sceglierne alcuni, i più significativi e che mi hanno maggiormente colpito e trarne una narrazione. Impossibile. Ogni ascolto porta il suo.

Se uno immagina il lavoro di registrazione di un disco, è noto che un artista ha un elenco di pezzi fra cui scegliere dopo averci lavorato e magari “scarti” da sfruttare per singoli successivi o b-sides.

Zach ha preso quei pezzi e li ha messi su questo disco, non ha scelto i migliori : li considera tutti validi e non possiamo dargli torto.

Troverete pezzi che sembrano con pochi arrangiamenti o dei live registrati per pensare poi agli aggiustamenti, ma non lo sono. Sono perfettamente come li ha immaginati e per questo ancora più intensi e incisivi.

La produzione e i musicisti che lo seguono in questo progetto, hanno aiutato : calza tutto a pennello, come un vestito su misura.

Il tutto è totalmente l’opposto del commerciale se ci pensate e per questo ancora più geniale, è un disco della sua generazione, quindi senza un supporto fisico, ma di una musica totalmente ancorata al passato.

34 pezzi che abbracciano il folk e il country, ma anche il rock, in maniera viscerale e con una tale passione, che non potrete che amare le poesie moderne di questo ex-marinaio, che un giorno decise di far sentire al mondo la sua musica e si trovò la vita sconvolta e rivoltata come un calzino.

Davvero mi è impossibile scegliere delle canzoni da menzionarvi, sarebbe facile dirvi che il singolo Something in Orange è una stupenda ballata country, un pezzo che la voce bellissima di Bryan valorizza, acustica, ma con un carattere da pezzo elettrico.

La velocità di Heavy Eyes è quasi un pezzo bluegrass attraversato dal suono della chitarra elettrica, Whiskey Fever sembra uscito da una session con Johnny Cash, c’è genialità e voglia di emozionare.

Ci sono pezzi che sembrano abbracciare il rock da strada o deviare verso un’aria radiofonica, ma non c’è banalità in questi testi, non ci sono brani che vorresti non aver ascoltato o che avresti consigliato al buon Zach di non inserire in questo elenco lunghissimo.

 

Magari alcuni avrebbero meritato arrangiamenti più approfonditi, ma non stonano anzi ci lasciano l’impressione che questo ragazzo sia solo all’inizio di una carriera che rimarrà scritta nei libri della storia della musica americana.

Il disco probabilmente richiederà molto tempo e molti ascolti, per essere apprezzato e compreso in pieno, oggi potrei avere questi pezzi fra i preferiti e domani altri, ma sarà un piacere ascoltare e riascoltare queste canzoni, addentrarmi nelle pieghe nascoste o lasciarmi stupire dalle frasi che magari al primo o al secondo ascolto, avevo ignorato.

Un lavoro che è una vera rivoluzione, uno di quei dischi che sarà ricordato molto a lungo e sarà ispiratore per altri giovani artisti in cerca di successo.

Il successo se è troppo grande e improvviso, solitamente, rovina gli artisti, fa perdere loro la bussola e li relega a comparse in questo mondo abbagliante e talvolta (anzi spesso) effimero, ma in questi anni Zach Bryan ha dimostrato al mondo che non ha nessuna intenzione di farsi portare dalla corrente, ma di avere il talento e il carattere giusto per pilotare lui la sua nave e il viaggio, finora pazzesco, pare essere solo all’inizio e non vediamo l’ora di vedere dove lo porterà e se le tournée davanti a migliaia di persone, lo cambieranno in meglio o no.

Per ora gustiamoci un grandissimo disco, uno dei migliori di questo 2022 e non spaventatevi davanti al numero delle canzoni, chiudete gli occhi e lasciatevi guidare dalla voce di un grande artista nello splendido viaggio che è questo American Heartbreak.

 

Buon ascolto,

Claudio Trezzani by Trex Roads  www.trexroads.altervista.org

(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link : https://trexroads.altervista.org/american-heartbreak-zach-bryan-2022-english/)

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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