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Dall'archivio:

‘Voleva sfregiarmi con l’acido, poi i Carabinieri lo hanno arrestato’. Parla la magentina vittima di stalking

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Melissa (il nome è di fantasia) ha rischiato di venire deturpata per sempre da un ex anch’egli del Magentino. Una tragedia evitata grazie ai Carabinieri nel racconto del suo avvocato, Simone Melina. Domani sera la sua testimonianza a Magenta

 

MAGENTA – Per fortuna l’incubo non si è tramutato in realtà. L’ossessione di un rapporto amoroso finito, la persecuzione di un ex fidanzato, le minacce e il rischio di essere sfigurata. Per sempre. Tutto evitato grazie al pronto intervento dei Carabinieri, che ci viene raccontato dall’avvocato di Magenta Simone Melina, che da 1 anno sta seguendo il caso di Melissa (nome di fantasia), una giovane donna del Magentino-Abbiatense che si racconterà domani sera a Casa Giacobbe, dalle 21, nel corso della serata sullo sportello antiviolenza del Comune.

 “Un venerdì l’ho denunciato e il sabato sera l’ho ritrovato sotto casa. Tenevo la tapparella abbassata e lo guardavo, fumava e mi mandava sms. Poi mi ha telefonato e ha detto “Stasera mi ammazzo io o ammazzo te”. Ho chiamato i carabinieri che l’hanno arrestato. Più tardi, in caserma, il maresciallo mi ha mostrato la bottiglia di acido muriatico e un coltello che il mio ex fidanzato s’era portato dietro”, così racconta Melissa. I fatti risalgono al 5 novembre 2016, quando la ragazza- un’insegnante di 42 anni,.ha rischiato di essere sfregiata da un operaio di 44 anni di Corbetta (incensurato e padre di suo figlio), ora in carcere a San Vittore.
In questo caso, per fortuna, la giustizia è arrivata a una sentenza in tempi molto rapidi:
il gip del Tribunale di Milano Maria Cristina Mannocci lo ha condannato a 4 anni e 2 mesi per atti persecutori, violenza sessuale e porto abusivo d’armi. Dovrà anche versare 50mila euro di risarcimento.
La denuncia alle forze dell’ordine non è arrivata subito, ma dopo  undici lunghi mesi. I due si erano conosciuti nel 2009 sul posto di lavoro e nel 2010 era nato anche un bambino  dalla loro unione. Per molto tempo, niente che facesse presagire il drammatico sviluppo.
Poi ci fu la separazione e il copione ben noto in casi analoghi: messaggi violenti, presenze improvvise davanti a casa, al lavoro,  pedinamenti e  addirittura tentativi di violenza sessuale.
A ottobre dello scorso anno la denuncia ai Carabinieri:  gli uomini, ricorda Melissa,  “mi dissero che ero in grave pericolo e ho capito che dovevo denunciarlo. Sono tornata a casa e ho stampato tutti i messaggi”.Un continuo crescendo. Fino all’ultimo appostamento con l’acido e all’arresto.

Se Melissa è tornata alla vita, lo dice lei stessa, è stato “grazie alla rete del Telefono Donna, lo sportello antiviolenza del Comune di Magenta. Il loro sostegno è stato fondamentale e dura tuttora». La vicenda sua e di altre donne sarà raccontata venerdì alle 21, nella sala conferenze di Casa Giacobbe, in via 4 giugno 80, a Magenta, in una serata organizzata dallo Sportello rosa.

«In qualità di difensori della signora siamo contenti ed estremamente soddisfatti che il Giudice abbia accolto la nostra tesi difensiva, data la gravità della condotta posta in essere dall’imputato e il grave danno subito dalla parte lesa, che ancora oggi ne patisce le conseguenze psicofisiche.

Speriamo che l’imputato, che si trova oggi in carcere a scontare la condanna a lui inflitta, rifletta sulla gravità comportamento posto in essere e cerchi di ristabilire un equilibrio interiore così da poterlo poi anche riflettere nelle relazioni con terze persone.

Invitiamo quindi tutte le donne vittime di atti persecutori a trovare il coraggio di denunciare perché non è vero che denunciare non serve a niente, serve a migliorare la propria vita e anche quella dei propri figli e cercare di ricostruire un futuro migliore”, queste le dichiarazioni di Simone Melina, avvocato di Magenta (nella foto sotto), e del suo staff legale, che ha seguito il caso.

Grazie alle forze dell’ordine, al sostegno di Telefono Donna e al sostegno del suo legale, Mirella ce l’ha fatta. E l’esortazione, alle  molte donne vittime di stalking, è di fare lo stesso. La possibilità- concreta- c’è, esiste. Basta volerlo.

Fabrizio Provera  (si ringrazia l’amica e collega Giovanna Maria Fagnani)

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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