“Si tratta di una variante, un ceppo che ha diverse mutazioni nel suo genoma e alcune riguardano anche la proteina spike, una di quelle che si agganciano al sistema immunitario dell’uomo. Non è escluso che un virus faccia delle mutazioni. Sempre del coronavirus sono state identificate varie varianti, come quella spagnola, che però non sono state associate a cambiamenti di virulenza e letalità”. Così la virologa Paola Stefanelli, che dirige il reparto malattie prevenibili da vaccinazione dell’ Istituto superiore di sanità, in un’intervista a Repubblica dove precisa che non esiste una prova di maggiore gravità della malattia causata dalla variante. “No, assolutamente. Anche i due casi identificati al Celio hanno una sintomatologia molto lieve. E del resto i casi inglesi di infezione non sono diversi da quelli provocati dal coronavirus senza mutazione”.