VILLA CORTESE- Si dice, a volte, che il matrimonio sia la tomba dell’amore. I due sposi in questione la vedono in modo leggermente diverso ma più o meno affine. Hanno infatti fatto stampare più manifesti del giorno del coronamento del loro sogno d’amore in uniforme da carcerati. Sotto una scritta inequivocabile: “Condannati a nozze”.
Che volessero intendere di avere consapevolezza che alcune libertà un tempo in loro godimento adesso saranno magari un pochino limitate, come menage familiare impone? O, magari più poeticamente, che si sono incarcerati a vicenda i cuori rendendoli a un unico, indistinguibile sospiro? Condannati da chi, poi? Dagli amici che li hanno spinti a compiere il grande passo? O da loro stessi che proprio non vedevano l’ora di infilarsi l’anello nuziale al dito? Comunque una condanna che si auspica, per entrambi, felice.
Cristiano Comelli