Al di là dei piccoli problemi che si possono incontrare quando si viaggia resta il fatto che Gerusalemme è una città unica. Di quelle che, almeno una volta nella vita, bisogna vedere. Giunti all’aeroporto di Ben Gurion la si raggiunge facilmente, grazie ad un’ottima rete ferroviaria, in meno di un’ora.
La prima cosa che ho fatto è stata quella di visitare la chiesa del Santo Sepolcro. Ci si arriva facilmente percorrendo la via Dolorosa e si entra dall’unica porta di accesso disponibile trovando il Sepolcro davanti. Quello nel quale Gesù è stato sepolto dopo la crocefissione ed è risorto. Un momento intenso da vivere. Purtroppo l’enorme afflusso di persone (pellegrini, ma anche molti che non sanno nemmeno dove si trovano) non consente di vivere a pieno, soprattutto in silenzio, quei pochi minuti di fronte al luogo più importante per la religione Cristiana.
Un particolare che mi ha incuriosito è che le chiavi dell’ingresso vengono custodite, per tradizione secolare, da una famiglia musulmana che apre e chiude la porta. È incredibile come nel raggio di poche centinaia di metri convivano le tre grandi religioni monoteiste, l’Ebraica, la Cristiana e la Musulmana. Entri in un quartiere e si respira un’aria differente da quello che hai lasciato.
Purtroppo per motivi di sicurezza, le autorità israeliane, hanno chiuso l’area attorno alla moschea di al Aqsa ai non musulmani. Cosa che mi ha impedito di vedere da vicino, almeno esternamente, un edificio religioso al quale tenevo parecchio. L’unica possibilità era ammirarne la cupola d’oro da un centinaio di metri di distanza e così abbiamo fatto. Non è la stessa cosa, ma tantè.
Indipendentemente dalla religione di appartenenza, o anche in assenza di qualsiasi religione, Gerusalemme la si associa al Muro del Pianto. Accedervi è molto semplice. È necessario passare attraverso il controllo del metal detector (non dimenticate mai il passaporto con il tagliando israeliano rilasciato in aeroporto, perché potrebbero richiederlo in ogni momento) e si può entrare senza alcun problema nell’area della preghiera suddivisa per uomini e donne. L’unica accortezza è di avere sempre il massimo rispetto per le altre religioni.
Un’esperienza unica la potrete vivere con la festività dello Shabbat. Gerusalemme il venerdì pomeriggio si ferma. Nulla funziona più. Nessun bar aperto, ristoranti chiusi, tutte le attività serrate fino a sabato sera, ma nella maggior parte dei casi fino a domenica mattina. Ho avuto opinioni differenti, ma per quanto mi riguarda non ho nulla da dire sulla gentilezza e disponibilità degli ebrei ultraortodossi che ho incontrato.
Ho proseguito il mio viaggio al Monte degli Ulivi e all’Orto del Getsemani, altri luoghi a me cari. E una mezza giornata al museo dello Yad Vashem dell’Olocausto per il quale è bene prenotarsi prima on line sul sito dedicato, pur essendo gratuito.
Il lato negativo di un bel viaggio a Gerusalemme è che non è proprio una città a buon mercato, anzi è decisamente cara. Quindi preparatevi a mettere mano al portafogli se volete affrontare questa esperienza. Tanto più che non ci si può limitare a Gerusalemme.
Nella parte est della città incontrerete numerosi tassisti che si offriranno per accompagnarvi dove volete a prezzi stracciati. Attenzione perché tutto il mondo è paese ed è meglio concordare da subito il prezzo e il tour per non avere delle sorprese alla fine.
Con Nasser, tassista arabo che vive a Gerusalemme est (è importante perché i tassisti israeliani non possono entrare nei territori palestinesi) ho concordato un giro di una giornata tra Betlemme, il mar Morto, il fiume Giordano e la città di Gerico ad un prezzo accettabile. E ne è valsa la pena. Perché si viene proiettati duemila anni indietro nel tempo. A Betlemme la Basilica della Natività è sicuramente da vedere. Si entra da una piccola porta e si possono ammirare le tradizioni della nascita di Gesù. Non ha tuttavia l’importanza e il fascino della chiesa del santo Sepolcro e nemmeno le prove documentate come quest’ultima.
La perla di questo tour è raggiungere il mar Morto. Si scende di oltre 400 metri sotto il livello del mare in un luogo più unico che raro. Forse destinato a scomparire negli anni. Il mar Morto non ha pesci, ha le onde come se fosse un vero mare ed in effetti è un mare, con un tasso di sale elevatissimo che ti permette di galleggiare senza fare alcun movimento.
Il giro è proseguito al fiume Giordano, quello dove fu battezzato Gesù. Molti si immergevano completamente, io mi sono limitato ad un risciacquo delle mani e del volto. E alla città di Gerico, più volte citata nella Bibbia e una delle città più antiche del mondo. Vederla è d’obbligo.
Gli ultimi due giorni li ho trascorsi a Tel Aviv dove cambia tutto. Grattacieli, strade pulite, una città viva 24 ore su 24. Quasi una Miami Beach sul Mediterraneo. Anche a Tel Aviv si può incrociare la storia e la si trova nella parte vecchia con il vecchio porto di Giaffa, il più antico del mondo e oggi usato solo per fini commerciali. Una bella foto partendo dalle case di pietra di Giaffa con i graticciali sullo sfondo ci sta.