VANZAGHELLO – Di solito è uno dei biglietti da visita privilegiati di un comune. Anzi, in questo caso, di due. Ma lei, la stazione ferroviaria che Vanzaghello condivide con Magnago, qualche elemento zoppicante lo annovera. Non tanto al suo interno quanto nell’intorno che è comunque non meno meritevole di rispetto. Basta gettare rapidamente lo sguardo su uno dei suoi fianchi per capire che le cose potrebbero essere migliori. Anzi dovrebbero. Sacchi di spazzatura in ordine sparso su una fiancata proprio bene bene non ci stanno.
E per chi si appresta a raggiungere la stazione non rappresenta certo un bel vedere. Anche perché una stazione non è, né dentro né al suo esterno, una discarica e ha la funzione di attirare passeggeri e non rifiuti. Si cambia lato ma la musica è ancora quella. Stavolta sul banco degli imputati ci finisce il sottopassaggio che, partendo dalla rotatoria in arrivo da Magnago, conduce al centro abitato di Vanzaghello. Per farlo il suo dovere lo fa, consentire alle auto di raggiungere appunto il territorio del Comune. E anche ai pedoni di compiere lo stesso percorso. Ma qualcuno, transitandoci ,ha deciso di lasciarci delle “opere d’arte” non richieste, ovvero scritte di ogni genere dal cui novero non restano esclusi nemmeno gli insulti. Lui, il sottopassaggio, incassa il silenzio e continua a svolgere fedele la sua funzione di tramite viabilistico tra i territori di Magnago e Vanzaghello. La questione di riportarlo al prisco splendore si ridurrebbe a pochi interventi di verniciatura. Ma poi? Già, poi se la musica ricomincia a suonare stonata e qualcuno ci dà ancora dentro con i suoi ghirigori espressione non richiesta della sua mancanza di senso civico peraltro privi d’autografo (anche mancanza di coraggio oltre che di senso civico) il perverso gioco ricomincia. Peccato davvero. Potrebbe restare al comune di Vanzaghello da giocare una carta che si è giocato con successo in altre occasioni, mettere a disposizione spazi per ricamarci dei graziosi murales come nel caso di quelli a due passi dal Comune.
Cristiano Comelli