Mentre molte famiglie rinunciano al mare a causa dei rincari di ombrelloni e servizi, c’è chi è disposto a spendere cifre astronomiche per soggiorni esclusivi in ville, hotel e chalet di lusso. È il quadro che emerge dall’ultima indagine del Codacons, che ha analizzato le strutture ricettive più costose d’Italia in vista della fine di agosto.
Se per molti italiani i 50 euro al giorno per un ombrellone sono diventati un lusso, dall’altro lato della scala sociale c’è chi arriva a sborsare fino a 120 mila euro a settimana per una villa o suite esclusiva. In certi casi, i prezzi superano anche questa soglia. «Non esiste villa che possa valere queste cifre: dietro a certi consumi c’è più una voglia di affermazione sociale che un reale valore» spiega Guido Bernardi, consulente da oltre quarant’anni per il settore alberghiero di lusso.
L’indagine del Codacons mette in evidenza come, nelle date dal 23 al 30 agosto, le tariffe possano raggiungere livelli impressionanti. Il primato spetta a Verona, dove un appartamento “rooftop” in zona piazza delle Erbe tocca quota 297.573 euro per sette notti. Seguono Baja Sardinia con una villa con piscina a 125.870 euro e Positano, dove per una settimana in villa vista mare si arriva a 123.099 euro.
Non mancano altre località dai prezzi stellari:
Firenze – appartamento: 84.117 euro
Vieste – intera casa: 71.435 euro
Taormina – suite in hotel: 64.726 euro
Sanremo – appartamento: 63.196 euro
Sorrento – villa: 56.932 euro
Cortina d’Ampezzo – appartamento: 52.375 euro
Venezia – suite in hotel: 49.424 euro
Porto Cervo – suite in hotel: 43.575 euro
Arzachena – villa: 39.342 euro
Selva di Val Gardena – chalet: 38.520 euro
Ortisei – chalet: 35.725 euro
La lista dimostra che il fenomeno non riguarda solo le mete balneari più rinomate, ma anche città d’arte e località montane. In molte di queste destinazioni, la clientela arriva soprattutto da Stati Uniti e Gran Bretagna, prenotando spesso per più famiglie e cercando ambienti esclusivi, comfort e privacy.
«Si tratta di casi limite – precisa il Codacons – che non rappresentano i prezzi medi, ma danno un’idea di quanto il mercato turistico italiano abbia visto lievitare le tariffe negli ultimi anni».