Un imprenditore e due commercialisti, padre e figlia di Gallarate, sono stati denunciati dai militari della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Varese. I primi due sono accusati di usura in concorso, la figlia del professionista (anche curatrice fallimentare del tribunale di Busto Arsizio, sempre nel Varesotto) è accusata dell’emissione di fatture inesistenti.
Secondo quanto riferito la vittima è un imprenditore novarese che, in grosse difficoltà economiche e senza più credito negli istituti bancari, si è rivolto al suo commercialista per avere un aiuto. Il professionista l’ha presentato a un altro cliente, un imprenditore gallaratese, che gli ha prestato 330mila euro per poter rilanciare l’azienda e salvare i posti di lavoro dei figli assunti dalla società. Alla fine l’uomo si è ritrovato a dover pagare interessi pari a 420mila euro. A quel punto è scattata la denuncia mentre i militari della Gdf della compagnia di Gallarate hanno chiesto e ottenuto dal gip del tribunale di Busto Arsizio un sequestro preventivo di oltre 120mila euro.
Nonostante i pagamenti effettuati, il debito risultava ancora superiore ai 350 mila euro, con la richiesta finale di riscattare il capannone a un prezzo maggiorato di oltre 300 mila euro rispetto al valore reale. I pagamenti venivano mascherati da false consulenze deducibili fiscalmente, con il coinvolgimento anche della figlia del commercialista, anch’essa iscritta all’albo e curatrice fallimentare.
L’operazione si inserisce nel dispositivo della Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale e contro ogni forma di criminalità economico-finanziaria. Non è la prima volta che le Procure del Varesoto colpiscono giri di usura: nel 2022 vi furono anche arresti coordinati dagli inquirenti di Busto Arsizio.